Antico borgo della bassa Valsesia fondato dai Galli, secondo
il parere del canonico Sottile, o dagli Uzzeni od Uceni del ramo
ligure, secondo il prevosto L. Albertinotti . Il nome di Valduggia
deriverebbe (F.Tonetti) dalla parte più antica del paese chiamata
Uggia. Non è nostra intenzione raccontare le origini o vicissitudini
che passarono i nostri antenati, ma illustrare le varie indagini
demografiche avvenute negli ultimi due secoli. La popolazione
di Valduggia era nel 1838 (G.Lana) di n. 3167 individui (si è
escluso dal conteggio le frazioni passate sotto la giurisdizione
di Cellio e le frazioni passate nel 1927, anno di istituzione
della provincia di Vercelli al comune di Grignasco). Nel censimento
del 1977 la popolazione era diminuita a n.2689 persone Nel censimento
del 1991 la popolazione era diminuita a n.2416 persone Certi di
fare cosa grata alleghiamo qui di seguito per il 1838 e per il
1977 delle tabelle con la suddivisione della popolazione nel centro
e nelle frazioni.
CREDENZE POPOLARI: "CASSINA DLA MORT", si tratta
della cascina situata all'inizio della vecchia mulattiera che
porta alla Colma. Secondo testimonianze tramandatesi a voce, si
racconta che anticamente a Valduggia non esistevano cimiteri pertanto
i defunti venivano portati nel cimitero di Bettole, e detta cascina
era la prima sosta. Ad avvalorare questa tesi vi è una tradizione
secondo la quale i parroci di Valduggia una volta all'anno vanno
a Bettole a dire messa; inoltre vi era un sentiero che partendo
dal ponte della Barciuja costeggiando le falde del monte Fenera
arrivava a Bettole.
Altri caseggiati con un uso interessante erano " LE GIASSERE"
, costruzioni con ampie cantine adibite alla conservazione del
ghiaccio, immagazzinato in inverno sotto forma di neve. Veniva
usato il seguente metodo: si alternava uno strato di neve pressata
ed uno strato di segatura.
A Valduggia vi erano due GIASSERI una situata sulla vecchia mulattiera
che portava a Orbruncio, l'altra era situata di fronte alla Casa
di Riposo dove ora sorge la casa del Geom Lunardon, il quale ha
avuto l'accortezza di mantenere intatta la cantina del vecchio
fabbricato.
Per saperne di più riguardo a:
clicca!
DERIVAZIONE ANTICA DELLE PAROLE ( E.Tonetti)
CANTUN: gruppo di case.
CASTAGNOLA: da castagneti.
CEREI: luogo elevato esposto al sole.
COLMA: passo di monte.
ORBRUNC, ORCARAL, ORGIANIN, ORLUNG, ORLUNGHETT, ORPIATTIN, ORSANVENS:
borgate poste in luoghi elevati.
ROMAGNASCH: si presume stazione militare romana.
SOLIVA: frazione esposta al sole del mattino.
STRUNA, STRUNELLA: deriva dal celtico significa acqua corrente
con fracasso.
Da questo link è possibile scaricare un documento curato da Patrizio Mornico con cenni storici e notizie desunte dall'archivio parrocchiale di S. Giorgio.
A seguito le informazioni gentilmente curate da Patrizio Mornico - Giugno-Ottobre 2019:
ANTICHITA' DELLA CHIESA DI S.GIORGIO
Il sei settembre
2019 è ricorso il 771°
(settecentosettantunesimo) anniversario dell’ esistenza
dell’ edificio della chiesa di San Giorgio di Valduggia.
Infatti in un
documento trascritto da Virgili. doc. LXVII seconda parte, (fonte
ASDN archivio storico diocesi di Novara n.d.r. ) è
testimoniata, in data 06/09/1248, l’esistenza dell’
edificio della chiesa di San Giorgio in occasione di una riunione
tenutasi “ad ecclesiam Sancti Georgi De Uza in quodam prato,
convocata credencia montium Sesi”.
Ecco la trascrizione
integrale della parte del documento in cui si parla della chiesa di
San Giorgio “ Anno dominice incarnacionis millesimo
ducentesimo XLVIII,indicione VI, existente Domino Arnoldo de Mandello
potestate Novarie, die dominico VI intrantis mensis septembris, ad
ecclesiam Sancti Georgi De Uza in quodam prato, convocata credencia
montim Sesi, scilicet ( seguono i nominativi dei presenti) …
omissis”…;
Il contesto in cui
si svolge il Consiglio di Credenza (1) è quello in cui gli
abitanti dei Monti di Seso, che costituivano un”comunis
montium Sesi”, dopo aver riconosciuto la giurisdizione del
podestà di Novara sulle tre valli di Uggia, Strona e Cellio,
nominano un loro procuratore legale nella causa che essi intendevano
intraprendere contro il Conte Oddone di Biandrate del fu Gozio,
ed altre persone.
La scelta di
Valduggia per tale ”Consiglio”, benché l’anno
precedente nella contigua Seso i vercellesi avessero fondato il
borgo franco, induce a ritenere che Valduggia sia stata un
centro di rilevanza considerevole, certo incrementato dalla sua
posizione all’ incrocio della “sella Cremusine”
,(citata la prima volta il 16 gennaio 1217),della strada che da
Gargallo giungeva a Valduggia, attraverso Soliva , Castagnola ed
Arlezze e dei viottoli che conducevano agli abitati ubicati sui
pianori a cavaliere delle anguste convalli(2). Era una zona molto
popolata e, tra i vari centri abitati, quello di Rasco nel XIII
secolo sembrava il più importante ed organizzato della zona;
infatti in un documento del 1217 stilato tra i Conti di Biandrate
ed il Comune di Vercelli compaiono ben undici persone di Rasco (3).
La presenza in tale
riunione del podestà di Novara, Arnolfo da Mandello è
significativa di una chiarissima indicazione di dipendenza
politica da Novara (4).
Infatti, proprio
per arginare l’ influenza novarese, era stato precedentemente
edificato il castello di Robbialo, che con la sua posizione, sopra
l’abitato di Bettole, rispondeva ad un esigenza ben precisa
cioè quella di bloccare una possibile minaccia proveniente
da Valduggia, mentre il castello di Montrigone doveva sorvegliare
lo sbocco delle due valli dello Strona e del Cavaglia. Entrambi i
castelli avevano il compito precipuo “ di chiudere la valle
della Cremosina.”. Dal Cusio poteva venire qualche minaccia,
qualora il Vescovo di Novara ( Signore di Gozzano ) si fosse
accordato con il Comune di Novara (5).
Dell’
originaria struttura della chiesa dell’ età romanica,
nulla rimane se non i primi quattro piani della torre campanaria,
che dal secondo piano sono ornate da bifore con capitelli; bifore
che al quarto piano diventano molto esili.
Infatti l’
attuale struttura della Chiesa di San Giorgio, è diversa da
quella preesistente. In un documento del 1662 redatto dal
giureconsulto “Hieronymus Clericaeus”, nell’ ambito
delle liti con Santa Maria in occasione della separazione da
San Giorgio, si legge che la chiesa di San Giorgio era piccola “
stante situs parvitate Ecclesiae S. Georgi. ” Per
questo nel 1539 iniziarono i lavori di ricostruzione che
continuarono negli anni 1564 e 1595 ( anno in cui furono
realizzati i lavori di ampliamento del presbiterio e la
costruzione del coro) fino ad arrivare agli anni 1611-1657.
Terminati
i lavori, la chiesa doveva ricevere la sua “consacrazione”
con il rito della “dedicazione della Chiesa”.
Per la Chiesa di San
Giorgio non risulta da alcun documento l’anno della
dedicazione della medesima, (il giureconsulto “Hieronymus
Clericaeus”, nel documento sopra citato, scriveva a proposito
dell’antichità del monumento “cuius principium in
antiquitatis monumentis iacet consepultum ») (6) anche se
indirettamente possiamo venirne a conoscenza. Sappiamo infatti
dal libro mastro “ registro della fabbrica di San Giorgio
1657- 1716 “( segnatura 21-136) dove è
annotato : “Item per once 14 ½ per la benedizione
della dedicazione della Chiesa, li 8 7bre 1685: lire 2, soldi 2
e centesimi 6”.
E’ pertanto
verosimile ritenere che la dedicazione della Chiesa sia avvenuta l’
8 settembre 1685.
%%%%%%%
1) Negli antichi
statuti della Valsesia ciascun Comune ( Vicinanza) aveva un proprio
consiglio ( Credenza) composto da rappresentanti del popolo ed
esperti - persone a cui si dava credito -, che assistevano i consoli
nelle loro funzioni; erano perciò detti Credenzieri o
Credenziali e due volte all’ anno partecipavano al Consiglio
Generale della Corte, riunito a Varallo sotto la presidenza del
Podestà; Tale organismo – Credenza- esisteva già
prima della nascita dell’ Universitas Vallis Sicidae,
costituitasi nel 1275 e verrà recepito dagli Statuti della
Valle.
2) Cfr. Simone
Caldano, Architettura religiosa tardo romanica in Valsesia San
Gaudenzio Varallo e San Giorgio a Valduggia, in De Valle Sicida,
1/2005,pag 20.
3) La Valsesia in
quel periodo fu oggetto di contesa e di possesso, in tempi diversi,
del Comune di Vercelli e del Comune di Novara.Proprio l’anno
prima (1247) il comune di Vercelli aveva fondato il borgo franco di
Seso, che con i quattro castelli di Robiallo, Montrigone, Vanzone ed
Agnona costituivano un complesso di fortificazioni contro cui era
necessario “ cozzare” per penetrare nell’ alta
Valsesia. I podestà vercellesi avevano conferito
l’investitura feudale del Comune di Vercelli ai Conti di
Biandrate a cui erano attribuiti i castelli ed i territori della
pieve di Seso.Nel 1248, a causa dell’ indebolimento per le
lotte intestine della Città Eusebiana, il Comune di Novara
ebbe il sopravvento su Vercelli e sui suoi vassalli i conti di
Biandrate.
4)
Carlo Guido Mor, La fondazione del Borgofranco di Seso , in De Valle
Sicida 1/1997, pag. 148.
5)
Alfredo Papale, Questioni di popolamento e di confine: Rasco e la
giurisdizione Novarese nel medioevo, in De Valle Sicida 1/1997, pag
161.
6)
le cui origini giacciono sepolte insieme all’ antichità
del monumento.
(7) Ed a riprova
della validità della data riportata nel libro mastro,
nella relazione dell’Arciprete Don Diego Mazzola, richiesta
dalla circolare del Vescovo di Novara Monsignor Giacomo Filippo
Gentile in data 20 gennaio 1843 per agevolare la visita che
intende intraprendere, nello stato materiale al n. 4 si legge: “La
chiesa si intende per consacrata non vi sono segni ne scritti con
cui si possa provare la consacrazione. Se ne celebra l’anniversario
nel giorno otto di settembre con l’ottava”.
CENNI STORICI
SULLE CAMPANE DELLA CHIESA PARROCCHIALE DI SAN GIORGIO DI
VALDUGGIA.
Il
Campanile della Chiesa di San Giorgio di Valduggia ospita un
concerto di cinque campane che da secoli ha scandito e segnato le
tappe principali della vita civile e religiosa della Comunità
di Valduggia.
In
questa sede, voglio tratteggiare la loro storia, annotando ciò
che pare degno di menzione.
La
campana più antica è la prima, denominata anche
campana maggiore.
Fu
rifusa del 1729,come risulta dalla scritta in lingua latina, che fa
bella mostra sulla parte esterna della campana, dal Sindaco e
Capitano Generale Gerolamo Alfonso Gentile.
L'iscrizione
latina recita "Divino
cultui dicata iam ab immemorabili comunique utilitati tribunali
Oppidi Vallis Uzzie parata .-Sindaco D.Cap.neo Hyeronimo Alfonso
Gentili Reg.ti Generali Antiquorum vestigia serbando restaurata 1729
de mense nov.ry. Convoco - signo -noto- depello -concino- ploro -
arma- dies horas- nubila -leta –“ .
Oltre alla
sopraccitata scritta sulla parte esterna sono raffigurate
immagini di Santi (San Giorgio a cavallo e con il drago, San
Gaudenzio, Santo Stefano, San Bernardo da Mentone, la Beata
Vergine Maria ed il Crocifisso) ed uno stemma (probabilmente
l’emblema del costruttore) con la scritta Nicolaus
Subtilis fecit.
L'attuale
campana, come si è detto, risale al 1729, tuttavia la
medesima che fu rifusa in quell'anno già allora doveva essere
antica.
Infatti dall'
esame del libro mastro della Chiesa parrocchiale si legge che in
data 8.2.1674 fu "speso
per accomodar li legnami (ceppi) alle campane mediane et piccole
,ecettuata la campana grossa per la quale he tenuto et obligato in
ogni spesa a mantenerla la Comunità. di Valduggia e per
l'altra metà il Comune di Cellio e per le mediane la Chiesa,
lire 23,66.
Dalla
documentazione archivistica risulta pertanto che nel 1674
esistevano la campana maggiore, le mediane e le piccole;
purtroppo per queste ultime non ci è dato di conoscere il
loro numero.
La
campana maggiore era dunque al servizio del tribunale della
Comunità della Corte Inferiore "comunique
utilitate tribunalis Vallis Uzzie parata";
della sua manutenzione non si faceva carico la sola comunità
di Valduggia, ma anche il Comune di Cellio concorreva nelle spese
di manutenzione.
Infatti,
quando il magistrato teneva udienza nel pretorio, si dice che la
campana suonasse, lo stesso dicasi per le riunioni del Consiglio del
Comune.
Di
tale obbligo il Comune di Cellio si liberò con transazione
ratificata in data 17 aprile 1739 versando al Comune di Valduggia
nelle mani del Sig. Giovanni Battista Terlotti la somma di lire 300
Imperiali e le due Comunità convennero di fare “ a
comuni spese tra il termine di due mesi una campanella di peso di
rubbi 4 incirca da mettersi e collocarsi sopra il detto Pretorio di
dette comunità Valduggia e Ceglio e in tal maniera esenti e
l’una e l’altra comunità della manutenzione della
campana maggiore posta sopra il campanile di detta parrocchiale di
Valduggia ed habbino convenuto che la campanella da farsi e riporsi
sopra detto Pretorio di Valduggia non debba suonarsi solo per uso
del consiglio e di altri atti di giustizia e, rispetto
alle spese da farsi in
occasione di rifatta e restauro come altresì per la
manutenzione della detta campanella, il tutto si debba fare a comuni
spese di dette comunità”.
Non
pare che tale obbligo venisse osservato con la posa d’ una
autonoma campana
sopra
il pretorio, ad esclusivo uso della comunità civile ed il
campanone continuò il suo servizio nel tempo per entrambi le
Comunità.
Infatti,
quando la giustizia non fu più amministrata sotto il pretorio
di Valduggia ( il Tribunale a Valduggia sussistette fino al 1817)
non per questo il "campanone " cessò di rendere
servizio alla Comunità Civile di Valduggia; ancora nel 1906
(si legge nel verbale della seduta del Consiglio comunale del
18.11.1906) tale campana "serviva
per la scuola comunale, per il Consiglio comunale oltre che per
l'orologio comunale".
Essendo
posta al servizio della Comunità civile e religiosa e,
poichè "communio
est mater
discordiarum",sorsero
delle divergenze e delle diatribe su chi dovesse concorrere alla
riparazione ed alla manutenzione di tale campana.
Infatti
la richiesta e le doglianze mosse dal Rev don Luigi Cantonetti in
data 5.9.1906, a nome della Fabbriceria, al Sindaco di Valduggia che
" i ceppi delle
campane ed i castelli in legno guasti e sconnessi minacciano pericolo
"... e "che come per il passato provveda il Consiglio
alla rinnovazione del castello e del ceppo della campana maggiore "
furono l'inizio di un vasto scambio epistolare fra il Municipio e
la Chiesa Parrocchiale.
Alla
fine, il Comune propose un accomodamento della questione con due
soluzioni:
L’una
prevedeva di cedere la proprietà della campana maggiore alla
Chiesa cui spetterà poi la manutenzione, riservandosi
l'uso per la scuola, il consiglio e l'orologio, sborsando un
contributo straordinario per la manutenzione pari a lire 100;
L’altra
soluzione, qualora la prima non fosse accolta , prevedeva per
la riparazione di detta campana di adottare il progetto della ditta
Achille Mazzola.
La
Fabbriceria optò per la seconda soluzione e le riparazioni
vennero eseguite a quanto risulta a spese del Comune.
Provvide
invece la Rev.da Fabbriceria a far sostituire a proprie spese i
ceppi ed i castelli della II e III campana con altri in bronzo ed in
ferro.
Incaricato
della esecuzione di tali lavori fu la ditta Achille Mazzola che
esegui lavori con una spesa di lire 551,30.
La
spesa complessiva dei lavori comprensiva di opere murarie e
trasporti ammontava a lire 760,80.
La
generosità della popolazione, a seguito di pubblica questua
pro campane, permise di raccogliere la somma di lire 449,70.
Non
tutti però vedevano di buon occhio tale colletta.
“La
Campana”, settimanale socialista della Valsesia, giornale
permeato da spirito anticlericale che in quei anni aleggiava in
Valsesia sul numero nove del 2.3.1907 criticava l'operato del
"nostro arciprete
che con un fabbriciere si permette di entrare in tutte le case
per una questua pro campane"e " che il bene non sta tutto
nelle campane che rompono i timpani a tutti gli abitanti".
La prima
campana pesa quintali 6,80 ed il diametro della bocca misura mt.
1,10; detta campana è anche a servizio dell’orologio, in
quanto le ore vengono scandite dal martello della prima campana.
Anche
la seconda campana merita alcuni cenni.
Essa
fu rifusa dalla ditta Achille Mazzola nel febbraio - marzo
dell’anno 1929, in quanto a seguito di un fulmine che
l'aveva colpita nell'estate del 1928 era divenuta inservibile.
La
parte esterna di tale campana è ornata da una scritta in
lingua latina che recita " Voce
mea et precibus S Giorgi et Stefani protege Domine populum tuum:-
Refusa anno jubilei sacerdotalis Summi Pont.Pii XI et
reconciliationis italicae 1929- Iustitia et pace osculatae sunt ut
inhabitet gloria in Italia nostra”.
E'
altresì ornata da sacre raffigurazioni (San Giorgio,Santo
Stefano ed il Crocifisso e reca la scritta A.Mazzola fuse Valduggia
–Vercelli.
La
benedizione solenne di tale campana avvenne in data 24.3.1929 con
il concorso di numerosi fedeli e numeroso clero (erano presenti ben
cinque sacerdoti del Vicariato).
Assistettero
in qualità di padrini : Mazzone Giovanni ed Elda Ottinetti.
Una
sottoscrizione pubblica a favore di tale campana permise di
raccogliere la somma di lire 320,65 lire.
Il
peso di tale campana è di quintali 4,70 ed il diametro
della bocca misura mt. 0,95.
Occorre
spendere qualche cenno anche per le altre campane.
La
terza campana reca una scritta in lingua latina
"Inclina,Domine
aurem tuam et exaudi me"-1770;
è ornata con uno stemma gentilizio con aquila valsesiana
con mano che regge un pino o una fiaccola , con la scritta G.B.
M.P. e da immagini sacre raffiguranti San Pietro e l'Addolorata.
Pesa
3 quintali ed il diametro della bocca misura mt.0,95.
Serve
anche per l'orologio in quanto dal suo martello vengono scandite le
mezz'ore.
La
quarta campana reca la scritta in lingua latina "Salvum
fac populum tuum
Domine"-1770
; è ornata con uno stemma gentilizio come la terza campana
, e con l'immagine dell'Immacolata; pesa quintali 2,08 ed il diametro
della bocca misura mt.0,83.
La
quinta campana è la più piccola reca ,all' esterno
una scritta in lingua latina" San
Georgie ora pro nobis
1881_-Pasquale Mazzola fece - ed immagini sacre (San Giovanni
San Giorgio San Giovanni Battista il Crocefisso ed altre).
Essendo
la più piccola pesa quintali 1,17 ed il diametro della
bocca misura mt 0,70.
Scoppiata
la II guerra mondiale , la sempre più impellente necessità
di procurare materia prima, per l'industria bellica in regime di
autarchia, interessò anche le nostre le campane.
In
vista di un ormai imminente provvedimento di requisizione
l'autorità politica aveva ordinato il censimento delle
campane.
La
Curia di Novara con nota in data 8.04.1941 invitava i Reverendi
Parroci a compilare un modulo in cui doveva essere indicato per
ciascuna campana , la chiesa di appartenenza, il suo peso
specifico, la data di fabbricazione ed il metallo di cui si
componeva,
le campane di valore storico e quelle ritenute indispensabili per
l'esercizio del culto.
La
Parrocchia di San Giorgio provvide ad inoltrare con sollecitudine
tale questionario dal quale risultano indicate come campane di
pregio storico ed artistico la prima e la terza e, necessarie per
il culto quattro campane ( la prima , la seconda , la terza e la
quarta).
Anche
la Regia Soprintendenza ai Monumenti del Piemonte si interessò
sotto l'aspetto artistico alla vicenda, infatti con nota in data
20.10.1942 prot.n.3853 dichiarava di pregio storico ed artistico e,
quindi esenti da requisizione, la campana maggiore e la terza e li
sottraeva dal provvedimento ablatorio.
In
data 28.09.1942 il Sottosegretariato di Stato per le Fabbricazioni
di Guerra Ufficio di Milano avvisava i Parroci che a partire dal 2
ottobre si sarebbe iniziata la raccolta coattiva delle campane.
In
una nota allegata risultava altresì il peso totale delle
campane esistenti sul campanile era di Kg.1.998 e doveva essere
rimosso il 60% di esso, pari quindi a Kg.1.200.
Tale
requisizione però non venne effettuata; in un appunto
manoscritto dal Rev.Don Pietro Temporelli conservato nell' archivio
parrocchiale ne vengono spiegati i motivi.
”Incaricata
della requisizione delle campane per la Valsesia ed il Biellese ( ed
il Torinese ) era la ditta Pasquale Mazzola.
Le
campane rimosse rimanevano alcuni mesi in deposito a Valduggia e poi
venivano frantumate e spedite oltre le Alpi, in Germania.
Per
Valduggia il deposito migliore era il Campanile, dal quale
potevano essere asportate in qualsiasi momento e, la rimozione,nel
Vicariato di Valduggia, verrà ritardata il più
possibile; si incominciò dal Biellese e poi dall' Alta
Valsesia;non rimaneva che il Vicariato di Valduggia.
Si
arrivò quindi al venticinque luglio 1943 ed il Governo del
Maresciallo Badoglio aveva altri pensieri più impellenti, ed
alla requisizione delle campane non venne più dato corso”.
Negli
anni successivi vennero eseguiti lavori per migliorarne la
funzionalità.
Nel
1963 la ditta Mazzola Roberto applicò a tutte e cinque le
campane il martello elettromagnetico che consentiva il suono
dalla Sacrestia.
Nel
1972 la ditta Roberto Mazzola eseguì ulteriori lavori alle
campane.
Vennero
abbassate le colonne di sostegno ed applicate le ruote che
scorrono su cuscinetti a sfera rendendo più agevole il suono
che ancora avveniva manualmente.
Venne
cambiata posizione alle campane così che attualmente:
la
prima suona a valle rivolta verso Sud;
la
seconda suona a monte rivolta verso Nord;
la
terza suona rivolta verso Ovest;
la
quarta suona rivolta verso Est;
la quinta suona
nella cupoletta.
Tale lavoro
venne eseguito con una spesa di lire 800.000 a cui concorse in parte
la Priora con una raccolta straordinaria effettuata per tale
scopo.
E’
bene precisare come tali lavori venissero eseguiti, in quanto lo
stato delle campane era precario e per migliorarne la funzionalità.
Basti
pensare che in data 23 aprile 1972, per la festa di San Costanzo,
mentre il Sacrista Maiolli Liberio dava il segno della seconda Messa
il battacchio della terza campana si staccò e, con il suo
peso di circa 6 kg, cadde vicino alla finestra dell'Ossario, ai
piedi del Sig. Fiorenzo Tognotti, che stava transitando verso il
voltone del Comune.
Prima
della festa della Madonna del Rosario il lavoro fu ultimato e le
campane messe in sicurezza, ripresero a suonare.
Successivamente
anche il vecchio orologio a carica manuale, venne sostituito.
In
data 28 settembre 1973 alle ore 24 prese a funzionare il nuovo
orologio a comandi elettromeccanici donato dalla Famiglia
Baccarlino, fornito e messo in opera dalla ditta Mazzola Roberto.
Il
nuovo orologio si componeva di n. 4 quadranti ( a differenza di
quello vecchio che ne aveva solo due) illuminati su tutti i lati
quattro lati con luce a neon.
Viene
così sostituito il vecchio orologio a carica manuale che
aveva ormai fatto il suo tempo (ogni settimana occorreva salire in
cima al campanile ,dove vi erano i congegni per carica manuale, e con
la manovella sollevare i due pesi: uno per le ore e l'altro per la
carica dell'orologio) e che aveva suscitato lamentele presso la
gente e sulla stampa locale in quanto per la vetustà non
poteva essere preciso (cfr. “Corriere Valsesiano” n. 24
del 10.06.1960 dove si afferma, riferito all’ orologio che “
un po' corre ed un
po’ ritarda."
Poco prima
della sostituzione del vecchio orologio avvenne nel campanile
un curioso incidente.
A seguito di
errata manovra per ricaricare l'orologio un peso fu sollevato oltre
il limite massimo, con la conseguenza che, uscito fuori dalla guida
di legno, cadde rovinosamente distruggendo i primi due ripiani in
legno sotto la cella dell' orologio e che servivano per l’accesso
alla cella campanaria.
Il
lavoro di ripristino venne eseguito dalla falegnameria Mortarotti
: sul libro mastro della Chiesa Parrocchiale, in data 30 novembre
1973, venne annotata la spesa per rifacimento dei due ripiani
del campanile.
Per
dovere di cronaca bisogna annotare che il vecchio orologio
era stato installato a spese del Comune e che quindi era
di proprietà dell'Amministrazione Comunale.
Ciò
si rileva dalla nota prot n.2121 del 6.3.1907, del Sindaco di
Valduggia Signor. Comola Giuseppe, quando afferma che" mentre
le frazioni volendo un orologio pubblico hanno dovuto provvedere a
loro spese, Valduggia può dirsi fortunata che il Comune
per fare un beneficio al capoluogo vi abbia provveduto esso stesso.
"
Infine,
nell’anno 1991, alle campane vennero applicati i motori
elettrici, che consentivano il suono, tramite l'invio di impulsi
elettrici, dalla sacrestia.
Vennero
quindi tolte le corde alle campane che erano diventate inutili.
L’intervento
in questione venne eseguito dalla ditta Elettrobel di Acqui Terme.
LE
CONFRATERNITE ESISTENTI NELLA PRIMA META’ DEL SECOLO XIX (1845)
PRESSO LA CHIESA PARROCCHIALE DI SAN GIORGIO DI VALDUGGIA.
Quando
si parla di Confraternite si fa riferimento a quelle associazioni
laicali " associationes
fidelium"
che si propongono un fine di carità o di pietà o che
hanno di mira l'incremento della vocazione cristiana.
La
Confraternita ha un titolo desunto da un mistero cristiano, da un
Santo o da ufficio che intende svolgere; possiede delle regole
approvate dall'autorità ecclesiastica e che è
tenuta ad osservare ; ha dei Priori che dirigono, dei maestri dei
novizi che preparano le nuove reclute, un tesoriere che ne cura
l'amministrazione economica; si esprime in determinate forme di culto
(Ufficio della Beata Vergine Maria, processioni, ecc.) o di pietà
o di carità .
E’
eretta dalla competente Autorità ecclesiastica (abitualmente
il Vescovo o il suo Vicario) per godere anche dei privilegi
spirituali; possiede beni economici, ha un proprio oratorio o
cappella e può distinguersi anche per una divisa o abito ed
uno stendardo. Quest'ultimo, soprattutto nelle processioni esprime la
partecipazione dei confratelli e la inquadra in modo significativo ed
ordinato. Attualmente le confraternite sono poco meno di un
ricordo, ma ovunque hanno lasciato una traccia in un edificio, in una
cappella o in una pala d'altare.
Anche
la parrocchia di San Giorgio di Valduggia aveva le sue Confraternite.
Un’esaustiva e completa descrizione delle stesse la troviamo
nella relazione redatta dal parroco don Diego Mazzola nel 1845, ad
oggetto “Relazione
dell'arciprete di Valduggia sullo stato personale materiale”
; infatti alla risposta n. 7 del questionario leggiamo :
“In
questa chiesa Arcipreturale vi sono erette le seguenti confraternite
ossiano consorzio.
-Compagnia
del Santissimo Sacramento.
Non
si conosce l'epoca dell'erezione, ma è certo che fu confermata
nel 1619 il primo marzo come da breve del Cardinale Ferdinando
Vescovo di Novara , in detto giorno i confratelli indossano l'abito
turchino ossia bleu; non hanno statuti particolari sono solo
obbligati al pagamento di un soldo di Milano all'epoca della morte di
ciascun confratello che serve per far celebrare una
messa
con canto dell'ufficio e delle esequie.
Non
hanno un luogo separato per i loro esercizi che consistono nel canto
o recita dell'Ufficio di Maria Vergine e cioè di un notturno
le lodi prima della messa, i vesperi;
In
ogni terza domenica e nelle solennità si svolge la processione
con il Santissimo :
Recitano
il notturno alla morte dei confratelli, la prima domenica dopo la
morte e nella prima domenica di ogni mese recitano l'ufficio da morto
in suffragio delle anime dei confratelli defunti:
La
loro festa particolare è la solennità del S.S.mo Corpo
di Cristo; talvolta il loro canto specie nelle solennità è
di disturbo ai confessori, avvertiti però moderano la voce.
Il
metodo dell'elezione degli Ufficiali è il seguente:
Ogni
due anni nel giorno della S.S. Trinità si nomina il
sottopriore; ascende al priorato il precedente sottopriore.Il priore
riveste anche la carica di maestro dei novizi.
La
nomina del sottopriore avviene a voti segreti, che si danno
all'arciprete (assistito dal priore che li conta) chi ottiene più
voti viene eletto sottopriore,carica che occupa per due anni,poi per
altri due anni consecutivi occupa il posto di priore.
Ma
da alcuni anni non avvi più quella bella regolarità che
vigeva un tempo,vedendosi appunto eletti sottopriori giovanetti figli
di famiglia,perché tratti da certa ambizione che si
accapparrano i
voti
con certi mezzi,che certamente non sono convenienti come successe
l'anno presente.
-Consorzio
dell'Orazione e della Morte.
Non
si sa l'anno della erezione, fu aggregato alla arciconfraternita
della orazione e della morte di Roma nel 1633 l'undici aprile come da
bolla redatta in tale anno.
I
Redditi di detta confraternita vengono applicati alla Fabbrica
parrocchiale.
I
suoi ufficiali una volta eletti rimangono in carica vita natural
durante; in più si ha un cancelliere che scrive in apposito
libro i nomi dei confratelli che si aggregano e riceve le loro
prestazioni che consistono in lire 36 di Milano oppure in soldi 24 da
pagarsi vita natural durante;alla morte del confratello le somme si
versano nella cassa della Chiesa Parrocchiale la quale è
tenuta a far celebrare una messa cantata e prima dell'aumento della
elemosina sinodale messe lette n.30.
Solo
il consorzio della morte quando è invitato ai funerali di un
confratello veste l'abito nero e porta lo stendardo con l'emblema
della morte; Gli emolumenti che i confratelli ricevono consistono
in cera che viene consegnata alla Fabbriceria della Chiesa
Parrocchiale.
-Il
Consorzio della Immacolata Concezione di Maria Vergine,eretto
nel 1664;
-Il
Consorzio di Maria Vergine Santissima
sotto il titolo del rimedio confermato con bolla del 28 marzo 1660;
-
Il Consorzio del Santissimo Rosario
eretto nel 1698 il 17 gennaio come da breve 23 novembre 1696;
-Il
Consorzio di Maria Vergine
sotto il titolo dei dolori eretto dal cardinale Morozzo il 17
settembre 1824."
Questo
è quanto si desume dalla relazione dell'Arciprete di San
Giorgio .
Emerge
da tale interessante narrazione, che le confraternite più
importanti erano quella del S. Sacramento e quella dell'Orazione e
della Morte.
Mentre
su quella del S Sacramento si è già ampiamente
soffermato il reverendo Don Mazzola nella sua relazione, su
quella dell'Orazione e della Morte intendo spendere ancora
qualche cenno.
L'Arciconfraternita
dell'Orazione e della Morte era sorta, si legge nello Statuto
della medesima,
“al
duplice scopo pregare per 40 ore continue al Santissimo Sacramento
decentemente esposto e di procurare ecclesiastica sepoltura ai
cadaveri dei poveri sia in città che in campagna, ove
rimanevano insepolti pasto degli animali con danno eziando della
pubblica igiene”.
Come
si è prima ricordato, purtroppo non è noto l'anno
della fondazione di quella della parrocchia di San Giorgio; si sa
solo che nell'anno 1633 fu aggregata alla Arciconfraternita di Santa
Maria dell'orazione e della Morte di Roma con bolla di papa Urbano
VIII conservata nell'archivio parrocchiale e datata 11 aprile 1633.
Il
libro mastro della confraternita, (la confraternita aveva una
contabilità propria), viene tenuto a partire dal maggio
1631 ed il primo tesoriere è il Signor Giorgio Imbrico;
pertanto è verosimile pensare che la fondazione risalga a
quell'anno.
In
un appunto manoscritto del Rev. Cantonetti del 1891 vi erano
annotate 35 consorelle e 29 nuove accettazioni.
Nel
1892 tale confraternita aveva una gestione attiva di lire 587,37.
Per
accedere a detta confraternita il confratello doveva versare una
quota in denaro; risulta dall'esame del brogliaccio dell'elenco dei
confratelli (di fine 1800) che per l'iscrizione veniva richiesto un
acconto lire una. Il confratello aveva così diritto che nel
proprio funerale venisse portato lo stendardo della confraternita ed
ad un numero di Sante messe in suffragio.
Che
l'appartenenza a detta confraternita fosse significativa, lo si nota
anche dal fatto che per i funerali, si legge sempre nella precitata
relazione del Reverendo don Mazzola, " quanto
la compagnia dei Morti è invitata la campana maggiore la
si suonava più meno alla lunga a seconda che il funerale
fosse
di apparato o semplice " ed ancora quando " la
confraternita non è invitata o il funerale è gratis
non si suona la campana maggiore ma la terza " .
La
confraternita è risultata attiva fino a metà agli
anni ’40; infatti l'elenco dei confratelli è tenuto
fino all anno 1943 l’ultimo iscritto e Rasario Carmelo
registrato il 3 dicembre 1943; elenco delle consorelle è
attivo fino al 1946: l’ultima iscritta e Avondo Madddalena
da Serravalle morta l’ 8 novembre 1946 (cfr.”
Libro delle consorelle descritte in questa Ven. le compagnia dei
Morti e dell’ Orazione eretta nella chiesa arcipreturale nel
borgo di Valduggia
“ - Archivio parrocchiale S Giorgio segnatura 57 – 1146.
A
testimoniare l'importanza che la confraternita aveva avuto nei
secoli , è rimasta la cappella dei morti della Chiesa
parrocchiale, restaurata ed abbellita a spese della medesima .
Leggiamo
nel libro mastro della Compagnia dei morti:
"Addi'
quattro del mese di novembre dell'anno millesettecentoottantacinque
nella Chiesa
Parrocchiale
di San Giorgio davanti la cappella della venerabile confraternita
dei Morti, si sono riuniti gli Uffiziali ed i confratelli della V.le
Confraternita dopo l'avviso dato stamattina nella messa solenne e
riconoscendo che la cappella della confraternita sarebbe bisognosa
di essere ridotta in uno stato più decoroso, perciò i
Signori congregati hanno ordinato di far formare un altare con i
contorni di marmo dell'ancona con quella miglior decenza e con gusto
che si credere conveniente, incaricando perciò gli
Ufficiali di fare provvista con farne anche dipingere dove sarà
necessario i latterali ed anco l'interno della cappella."
E
proprio, in esecuzione di questa deliberazione, veniva ordinato il
progetto dell'altare e dell'ancona di marmo; nell'archivio
parrocchiale sono conservati i disegni del profilo longitudinale
dell'altare e dell'ancona di marmo sottoscritti per accettazione da
Giorgio Imbrico priore,Carlo Signori Tesoriere, Giorgio Rivarolo,
consigliere e Stefano Argenti marmorino di Viggiù.
Risultano,
inoltre dall'esame dai predetti libri mastri della confraternita
di morti, i pagamenti al marmorino Stefano Argenti a Stefano
Torelli di Borgosesia per aver" aposto
e colorato le due statue dei Santi poste sopra l'altare e con
doratura di oro fino" ed al Rev.do Imbrico per " messa
solenne
e la benedizione dell'altare giusta incarico conferitogli dalla
Curia di Novara in data 17.10.1786 ".
E
terminando, non si può non ricordare che attualmente
sull'altare della Confraternita fa bella mostra la tela
raffigurante La Deposizione attribuita dal Ravelli al Longhetti.
Anche
sulla confraternita del Santo Rosario occorre spendere qualche
cenno in quanto merita
di
essere menzionata la sua travagliata erezione.
L'esistenza
della Confraternita del Santo Rosario o "Societas
Rosari
" eretta nella Parrocchia di San Giorgio è testimoniata
già a partire dall'anno 1569 come risulta dagli atti di
visita pastorale del Vescovo di Novara Cesare Speciano avvenuta
nella parrocchia di San Giorgio nel 1590 per il tramite dei
convisitatori Giovanni Paolo Caccia e Domenico Zucchinetto.
Infatti
in un manoscritto del 1586 rinvenuto nell'archivio parrocchiale di
San Giorgio, risulta che alla presenza di Frate Bernardino
dell'ordine dei predicatori, del curato Pietro Pinoto e del popolo si
tenne nella chiesa di San Giorgio una solenne celebrazione
durante la quale "
in primis dedicabit et intitolabit altare gloriosae Virgini Mariae
et dedicabit ad hoc et ipsa confraternitas S.Rosari."
In
un altro documento del 1622 si menziona ancora detta
confraternita affermando “ che
da molto tempo fu istituita nella Chiesa di San Giorgio la
confraternita, poi i parrocchiani di Santa Maria ne fecero
erigere una altra nella chiesa di Santa Maria”.
Successivamente
la confraternita della Parrocchia di San Giorgio viene
dichiarata " nulla
ut erecta in loco in quo alia sub eadem invocatione S.Rosari
invenerat canonice instituita in ecclesia parrochiali
Sanctae Mariae eiusdem oppidi contra expressa
proibizione et constituzione Clementi Octavi"con"
declaratio seu sententia annullationis"
pronunciata dal Cardinale Odescalchi vescovo di Novara il 1.10.1652
in esecuzione della delega avuta dalla Congregazione dei Sacri
Riti," sub
poena subspensionis a divinis"
per il clero.
L’annullamento
veniva pronunciato sulla base della bolla papale di Clemente VIII
che impediva di erigere un'altra confraternita “nello
istesso luogo dove antecedentemente fosse stata, in altra Chiesa
legittimamente eretta altra confraternita del S.Rosario o nel
distretto in
distanza
inferiore di due miglia",
sul falso presupposto che si trattasse di due parrocchie
separate, mentre la sentenza rotale del 6.11.1662 sanciva essere "
Ecclesiam Sancti Georgi unicam et solam matricem in tota Valle Uggia
ed locis circumvicinis, et competere Parocho ius administrandi
Sacramenta et singulas funziones peragendi in tota Valle”
,senza che, " Rector Sanctae Mariae de Invotio filialis et
coadiutricis se ingerere possit ac valeat, nisi del consensu ac
speciali licentia eiusdem ac pro tempore parochi Sancti Georgi."
La
creazione della Parrocchia di Santa Maria avverrà solo
nel 1696, (per porre fine alle liti ed ai dissidi che continuavano a
verificarsi), con decreto del Vescovo di Novara Giovanni Battista
Visconti.
A
seguito delle rimostranze e di un memoriale stilato dai
parrocchiani di San Giorgio, la situazione venne ribaltata ed il
Vescovo con decreto del del 28.10.1692 " ad
evitanda scandala" ordina
"praecipimus
curato S.Mariae Valli Utiae et confratribus Sancti Rosari eiusdem
Parrochiae et cuique Sacerdoti et regulari ut se abistinet a
funtionibus in dicta Ecclesia S.Mariae a praefata confraternita
S.S.Rosari etiam in prima dominica octobris fieri solitis,sub
poena subspensionis a divinis quoad Sacerdotes etiam regulares ac
interdicti Eclesiae S.Mariae quoad confratres ab ingressa Ecclesia
ipso facto incurandi quoad ommes. Datum in insula S.Iulii 23
octobri 1692."
Il
decreto vescovile penalizzava ora i parrocchiani di Santa Maria e
contro di esso i medesimi ricorsero, ma tale ricorso non sortì
alcun effetto.
Sembrava
così spianata la strada per una regolare erezione della
confraternita, ma il cammino era ancora lungo.
Infatti,
con il decreto del Padre Generale dei Domenicani Frate
Antonio Cloche in data 23 novembre 1696, si concedeva," mossi
da pie petizioni
" "erigendi
et fundandi cappella sub invocatione B. Mariae Viginis in
ecclesiae S. Georgi”,ma
specificava
che tale facoltà era subordinata
"accedente tamen adsensum
Ordinari
loci
ac Prioris vicinioris conventus ".
Si
prescriveva ancora :"
in prima dominica mensis octobris singulis annis in ea cappella
celebrari debere iuxsta dec. Gregory XIII actiones gratiarum ad
memorandam victoriam contra turcas",ordinando nel contempo
" iubemus ex ommino observari quod in venerabile icona dictae
cappellae quindecim sacra mistera redemptionis pingant ";
si voleva inoltre, per la riconoscenza del consenso prestato "
pro
recognitione
consentanea huius concessionis"
venisse dipinta " in
eadem
icona"
l'Immagine di San Domenico, inginocchiato " flexy
genibus
" nell'atto di ricevere la corona del rosario dalla mani della
vergine Maria " de
manu Virginis coronas orarias accipientis" .
Il
decreto del Padre Generale dei Domenicani richiedeva per l’erezione
di tale confraternita l’assenso dell'ordinario Diocesano e del
Priore del convento più vicino.
Se,per
l’assenso all'erezione canonica della confraternita, da parte
della Curia di Novara non sorsero difficoltà,non così
avvenne per il priore del Domenicani. Il Priore del convento di San
Quirico di Novara sollevò ancora la questione della distanza
prevista della bolla di Clemente VIII.
Il
decreto vescovile del 17.01.1698 però fugò ogni
dubbio si leggeva infatti: “ex
quo probetur oppidum Valli Uggiae esse distinctum et
separatum a loco Invoti concede, non obstante praefacto decreto
1652, erigi et fundari in Ecclesia S. Georgi Vallis Utiae sodalicas
S.Rosari".
A
questo punto per la dispensa del priore non potevano essere
frapposti ulteriori impedimenti; infatti è del 17 gennaio
1698 la dispensa del Priore del Convento di San Quirico di Novara
(Fra Pietro Antonio Moroni).
Il
decreto autorizzava la fondazione della confraternita " stante
dispensatione distantia duarum milium a Rev.do Mag.
Ord. concessa ."
Risolte
felicemente le questioni giuridiche per la fondazione
della confraternita, i parrocchiani di San Giorgio fanno istanza al
Vescovo per l'erezione della cappella del Santo Rosario.
In
tale supplica, redatta il 17 gennaio 1698, si scrive "
Desiderando
il popolo di San Giorgio di Valduggia che si erigesse la
compagnia del Santo Rosario nell'altare di San Francesco
per servare l'architettura e per maggior comodo
dell'altare di San Francesco di portarlo nel battistero ed il
battistero nell'oratorio di San Rocco distante dieci passi, si
rivolge supplica alla S.V. Ill.ma al fine di ottenere tale licenza.
Il
Vescovo di Novara con decreto del 17 gennaio 1698 concede tale
facoltà " supplicantibus
precibus benigne inclinati concedimus posse construi cappella
S.Rosari ubi nunc adest altare San Francisci, illud trasferendo ad
locum ubi adest fons battesimalis, fontes in oratorio S.Rocchi."
Si
delegava il vicario foraneo del luogo di far rispettare il decreto.
I
parrocchiani adempirono puntualmente a quanto richiesto, facendo
dipingere dal pittore Tarquinio Grassi in un quadro posto sulla
sinistra della cappella,San Domenico inginocchiato con un cane che
tiene in bocca un cero accesso mentre nell'ancona vennero
riprodotti i sacri misteri del rosario.
Eretta
la cappella, venne commissionata la statua della Beata Vergine
del Rosario.
La
statua lignea, splendido esempio di arte barocca, attribuita a
Giovanni Mainoldo, viene datata intorno al 1697 e, sulla data in cui
venne eseguita si ritiene di poter portare un contributo alla
ricerca da una testimonianza d'archivio.
Si
legge nel libro mastro della Chiesa parrocchiale" Addì
12 aprile 1711 si è dato al Sig. Arciprete lire 18
quali herano da lui sborsati in occasione dei fiorami per la Chiesa
ed aveva sborsato lire 3 per far benedire i calici et soldi 30 per il
memoriale della posta della statua del Santo Rosario”
.
Pare
quindi verosimile ritenere che la statua debba essere datata intorno
all'anno 1711.
Foto planimetria della Chiesa Parrocchiale scattata da A. Mornico
Documento di accettazione di una consorella nella compagnia della morte del 1782
RELAZIONE DELLO STATO PERSONALE E MATERIALE DELLA CHIESA DI
SAN GIORGIO DEL 1845
La
relazione sullo stato personale e materiale e’ un documento
preparatorio alle visite pastorali che dalla prima metà del
‘800 e fino al Concilio Vaticano Secondo, veniva redatto sotto
forma di questionario e che veniva preventivamente inviato ai parroci
alla approssimarsi della sacra visita.
I
titolari delle parrocchie dovevano fornire le richieste contenute
compilandolo in tutte le sue parti: si divideva in stato personale e
stato materiale .
Ecco
le materie che a grandi linee venivano trattate.
Nello
stato personale venivano fornite notizie sul titolare della
parrocchia, sul clero residente e sulle confraternite.
Nello
stato materiale si descrivevano l’edificio chiesa parrocchiale,
gli altari in essa presenti, gli oratori esistenti nella parrocchia e
le cappellette, i campanili, i cimiteri, le reliquie, il beneficio
parrocchiale e gli altri benefici, i diritti di stola e gli
orari e la tipologia delle funzioni religiose
Di seguito il documento trascritto.
&&&&&&&&
Relazione
dell'Arciprete di Valduggia
Diego Mazzola
Richiesta dalla
Circolare di Sua Eccellenza
Reverendissima
Monsignor
Giacomo Filippo
Gentile
Vescovo di Novara
in data 20 Gennaio
1843
per agevolare la
Sacra Visita
che intende
d'intraprendere
Stato personale
n.1
Io Sacerdote Diego Mazzola nativo della Parocchia di
Santa Maria d'Invozio, figlio del vivente Giovanni Maria
, Arciprete d'anni quarantatrè, (1) entrai nella qualità
di Coadiutore dell' antecessore Riboldi a reggere questa parrochia li
20 luglio 1828 e nel concorso delli diecisette decembre detto anno
fui eletto Arciprete, essendo già stato dapprima per due anni
circa Vicecoadiutore in San Marco in Novara.
n.2 Io abito
solo nelle Case arcipreturali con una Domestica d'anni 35.
n.3 La
parocchialità , è ristretta in me solo, e non ho che
un Cappellano che mi coadiuva nella assistenza al
confessionale, ed agli infermi , questi si chiama Don
Giorgio Bocciolone della Parrocchia di Santa
Maria d'Invozio d'anni 44. Non ha possesso.
Lo stipendio
convenuto è di lire 800 di Milano, seicento si pagano dal
Legato Vigorè, altri duecento dalla Veneranda Fabbrica
Parrocchiale col peso, altresì della cellebrazione di
Messe n. 285 colla festiva.
n.4 Due sono i
Confessori di questa Parocchia, il predetto Sig. Don Giorgio
Bocciolone approvato nell' anno 1825 ed il Sig. Don Giorgio
DelSignore già Viceparocho di Sabbia, e già
parocho di Ara approvato nell' anno 1815.
Nei giorni feriali
si confessa ogni qualvolta si hanno Penitenti e sempre in veste
talare.Nelle Feste rare volte si mette stola e cotta non
essendovi uso .La maggior parte delle donne frequenta il
Sacramento della Penitenza, pochi poi sono gli uomini
che abbiano questa Santa Pratica.
n.5 Non vi è
collegiata.
n.6 Quattro
Sacerdoti oltre l'Arciprete abitano in questa parocchia, cio è
i suddetti Don Giorgio Bocciolone, e Don Giorgio DelSignore, il
Sig. Sacerdote Don Giovanni Battista Rivaroli, ed il Sig. Don
Giovanni Battista Porta, ed il Chierico Giovanni Battista Rasario, i
quattro ultimi tutti nativi di questa Parocchia, ed il primo, come
già si è detto nativo della vicina Parocchia di Santa
Maria d'Invozio.
Appartengono: per
titolo d'origine il Sig. Cavalliere Don Francesco Delsignore
attuale Canonico Penitenziere dell'Insegne Collegiata di S. Giulio,
il Sig. Don Luigi Delsignore attuale Paroco di Arlezze ed il
Sig. Don Carlo Giuseppe Porta attuale Cantore corale
nell'Insigne Basilica di San Gaudenzio di Novara.
2 Per titolo
d'origine di Benifizio il Sig. Don Francesco Comoli nativo di
questa Parocchia e Possessore del benefizio Imbrico attuale
Paroco di Boleto, il Chierico Giovanni Battista Fontana nativo
di questa Parocchia e Possessore del Benefizio
Mazza , qual Chierico nella fine d'aprile, corrente anno riferiva di
portarsi a Roma per avere qualche impiego onde potersi mantenere.
3 Per titolo di
Benefizio il Sig. Sacerdote Don Costanzio Bocciolone nativo della
Parocchia di Santa Maria d'Invozzio possessore del benefizio Buzzi
attuale paroco di Foresto, il Sig. Venerando Chierico Francesco
Bonini della Parrocchia di Arva attuale possessore del Benefizio
Bonini, il Sig.Sacerdote Don Giovanni Velatta possessore della
Cappellania Laicale di Crabia Inferiore, attuale Vice Paroco di
Ferruta.
Per titolo di
domicilio il Sig. Sacerdote Don Giuseppe Manfredi attuale
Direttore del Venerando Seminario di Varallo, ed
il Sig. Sacerdote Don Giuseppe Bocciolone ex Paroco di Premia.
n.7 In questa
Chiesa Arcipreturale vi sono erette le seguenti
Confraternite, ossiano Consorzi.
I. La Compagnia del
SS. Sacramento, l'epoca dell' erezione non si conosce, venne
però in certo modo eretta e confermata nel 1619
,primo Marzo, come da brevetto dato dal Cardinal Ferdinando allora
Vescovo di Novara in detto giorno ed anno.
I Confratelli
indossano l'abito bleu, ossia turchino, non hanno statuti particolari
, solo sono obbligati al pagamento di un soldo di Milano all'
epoca della morte di un confratello, che serve per far
celebrare una Messa in canto con uffizio ed esequie in suffragio
dell' anima del Defunto, dando però all' Arciprete, soldi 46
di Milano. Il che si osserva.
Non hanno luogo
separato per i lori esercizi, che consistono nel Canto, o
recita dell'Uffizio di Maria Vergine, cio è di un notturno,
colle Lodi prima della Messa Parocchiale, e dei Vesperi,dopo i
Vesperi Parocchiali, che hanno luogo in tutti i giorni festivi e nel
coro di questa Chiesa Arcipreturale.Si fanno le processioni del
SS. Sacramento in tutte le terze Domeniche di ogni mese , e
nelle Solennità. Di più recitano un notturno
dell'Uffizio da morto nella prima Domenica di ogni Mese , ed altro
occorendo la morte di qualche Confratello.
La loro festa
particolare è la solennità del Corpus Domini nella
quale occasione sono tenuti a somministrare alla Veneranda
Fabbrica parrocchiale libre quattro di cera usata, nella Dedicazione
della Chiesa le candelette alle lesene, e le candelette per i
matutini della settimana Santa.
Talvolta col canto
del loro Uffizio principalmente nelle solennità sono di
qualche disturbo ai Confessori però avvertiti moderano la voce
.Il metodo nell'elezione degli Uffiziali è il seguente: ogni
due anni nel giorno della S.S. Trinità si nomina il sotto
Priore ascendendo al Priorato il sotto Priore di prima, ed il
Priore diviene Maestro dei Novizi.La nomina del sotto
Priore si fa con voti segreti, che si danno all' Arciprete assistito
dal Priore che decade. Chi ottiene più voti viene
eletto sotto Priore, che rimane in questa carica per due anni e poi
per altri due consecutivi occupa il posto di Priore. Questo
metodo si osserva, ma da alcuni anni non avvi più quella
bella regolarità , che vigeva negli antecedenti ,
vedendosi appunto eletti a sotto Priore giovanetti Figli
di famiglia, perchè tratti da certa ambizione si
accaparono i voti con certi mezzi che certamente non sono
convenienti.
2. Il Consorzio,
ossia Confraternita della Orazione della Morte, non si sa
l'epoca della erezione , fu aggregato all'Arciconfraternita di Roma
nel 1623 11 aprile( 2) come da Bolla di detto anno e giorno; i
redditi di questo Consorzio furono aplicati alla Veneranda Fabbrica
Parrocchiale e questo consorzio non è attualmente aggravato di
peso alcuno, essendo in dovere la Fabbrica Parocchiale di
fare adempiere a tutti gli obblighi già ad esso inerenti
: ha però i suoi uffiziali , i quali stanno in carica
per due anni.Di più ha un Cancelliere che scrive in
apposito libro i nomi dei confratelli, che si aggregano e
riceve le loro prestazioni che consistono in lire
trentasei di Milano oppure in soldi 24 annui
da pagarsi loro vita natural durante,le quali somme occorrendo
la morte del Confratello si versano nella Cassa della Chiesa
Parocchiale la quale è tenuta di far celebrare una Messa
in canto e prima dell' aumento dell' elemosina messe lette
numero trenta venivano celebrate, che ora si riducono a proporzione
di lire trenta milanesi colla limosina sinodale.
3. Il Consorzio
dell'Immacolata Concezione di Maria Vergine SS.ma eretto nel 1604.
4. Il Consorzio di
Maria Vergine sotto il titolo del Rimedio confermato con Bolla
del 28 marzo 1660.
5. Il Consorzio del
SS.mo Rosario eretto nel 1698 17 gennaio come da Breve Pontificia
delli 23 novembre 1696.
6.
Il Consorzio di Maria Vergine sotto il titolo dei dolori eretto dalla
felice memoria del Cardinal Morozzo il 12 Settembre
1824.Questi Consorzi non hanno Statuti né abiti particolari,
solo il Consorzio della Orazione della Morte quando è
invitato ai Funerali ha un confratello che veste l'abito nero e porta
lo stendardo
nero con l'emblema della morte, gli emolumenti poi che i Confratelli
ricevono quali consistono in cera vengono consegnati alla Fabbriceria
della Chiesa Parrocchiale.
7. Il Consorzio
della Dottrina Cristiana , ossia delle Donne che pagano in occasione
della morte di una Consorella con mezzo soldo di Milano caduno per
far cellebrare dall' Arciprete una Messa in canto in suffragio della
Defunta. Di questo Consorzio non si sa l'epoca della istituzione
essendo antichissimo.
n.8 Tre sono le
scuole che si fanno in questa Parocchia.
Una per lascito del
fu Sig. Don Sacerdote Giovanni Battista Bocciolone e questa tanto per
i figli di questa Parocchia quanto di quelli di Santa Maria
d'Invozzio , e questa si fa dal Sacerdote Don Giovanni Battista
Bocciolone col peso altresì al maestro di numero 4
messe alla settimana , avente per onorario fisso tanto per la
scuola, come per le Messe in tutto Lire 687 di Milano, che si pagano
sui redditi dell'opera Pia, come da testamento del
prefato fu Sig. Sacerdote Don Giovanni Battista Bocciolone delli 20
Decembre 1781.Questa scuola si fa due volte al giorno, e dura due ore
circa per ogni volta.
Altra scuola è
inerente al Legato del fu Sacerdote Don Giuseppe Patoja col
peso altresì di Messe numero cento, e questa si fa nel
Membro di Lebbia dal Cappellano Don Giovanni Battista Porta
ivi residente avente per onorario lire 640 coll'
obbligazione della cellebrazione delle dette messe
n.100 e di altre cento quattordici inerenti al
detto Oratorio di esso luogo.
Altra è
inerente al Benefizio Buzzi eretto in Cantone, posseduto dal
Rev. Sacerdote Don Costanzo Boccioloni col peso altresì
di messe numero due per ogni settimana, questa scuola si fa eseguire
da un certo Antonio Zoia secolare per commissione del Beneficiato che
accordò seco lui lo stipendio.
Queste due ultime
scuole non si fanno che una sol volta al giorno.
Di più
il Sacerdote Don Giovanni Battista Rivaroli tiene anch'egli per i
Figli scuola privata, ed avvi una scuola privata anche per le
Ragazze alla quale attende la Signora Angela Rivaroli.
Non vi è
Sacerdote che insegni alle Figlie.
n.9 Non vi sono
Romiti.
n.10 Il numero delle
famiglie ascende a centosettantotto 178.
Quello delle
persone ascende a ottocentosedici (816). Gli ammessi alla Comunione
sono cinquecentosettantantasei 576.
I Cresimati sono in
numero di cinquecentosettanta 570.
I Cresimandi
che hanno compiuti i sei anni sono in numero di
centoquarantatrè 143.
La
Santa Cresima fu amministrata ultimamente dalla felice memoria del
Cardinal Morozzo negli ultimi di maggio 1835 in occasione della
visita Pastorale.
Stato materiale
n.1 Il titolo della
Parrocchia è Arcipreturale così decorato da Sua
Eccellenza Monsignor Giovanni Battista Visconti Vescovo
di Novara nel 1696 li otto settembre come da istromento
in detto giorno ed anno rogato da Giovanni Battista
Costantino Falciola Cancelliere e Protonotario Apostolico
per essersi amichevolmente transatte le questioni di
separazione colla Parocchia di Santa Maria d'Invozio.
L'epoca della
erezione non si conosce, ma in una aringa dell'Avvocato Gerolamo
Clericevo (3) fatta appena dopo seguita la smembrazione si
legge trattandosi dell'erezione di questa Parrocchia “cuius
pricipium in antiquitatis monumentis jacet consepulum ".
Questa Parrocchia è
di libera collazione.
Si ignora quando la
Chiesa sia stata costruita:
fu ampliata
nel 1539 come da una nota in una pergamena, e nel 1657 come
da autorizzazione data da Monsignor Odescalchi li 8 settembre
detto anno.
2. Il Santo titolare
della Parrocchiale è San Giorgio Martire .
La festa si fa nel
giorno 24 Aprile con ottava, trasferendosi l'officiatura della
dedicazione della Chiesa Cattedrale come da lettere del Sig.
Cerimoniere di Sua Eminenza il Cardinal Borromeo già Vescovo
di Novara in data sette aprile 1725 e 14 maggio successivo.
Si celebra poi con
orazione panigirica a spese dell' Arciprete, musica vocale, ed
Istrumentale con offerte del Popolo, nella domenica fra l'ottava per
maggior comodo della Popolazione.
La Chiesa si
tiene per consacrata, ma non vi sono segni nè
scritti con cui si possa provare la consacrazione.
Solo si cellebra
l'anniversario nel giorno otto di Settembre coll' ottava.
N.3 La Chiesa
Arcipreturale di San Giorgio Martire sta situata pressoché nel
mezzo del Borgo di Valduggia, attigua alla piazza pubblica:
tanto interiormente, quanto esteriormente, presenta la forma ,
e la struttura di tre navate , le quali sono sostenute da sei colonne
di sarizzo, quella di mezzo più alta, così pure col
coro quadrato, ed
assai ellevato.
Ella ha il
muro di prospetto del coro unito al muro della Casa Comunale ed
al dissotto del coro vi è un votto per cui si passa con
le processioni: ma non è soggetta ad alcuna servitù.
Dai tre lati è
circondata ,a mezzanotte da una piccola piazzetta pubblica,a mezzo
giorno ad un piccolo tratto di terreno che si chiama
l'antico consacrato, dalla Piazza Comunale,a sera dalla Contrada
Maggiore.
Tanto le navate ,
come il Presbitero ed il coro sono in votto , la longhezza e la
larghezza sono di brazza 33 circa in quadro ed è sufficiente a
contenere la Popolazione; è ben riparata in buono stato
, ma patisce l'umidità irreparabile dalla parte di mezzanotte.
Ha le finestre
munite di vetri e d'inferiate quelle non tanto elevate, coi
banchi pubblici salvo uno che divide l'altare del SS.mo
Crocifisso dal Battisterio, che si dice della Famiglia Imbrico che
serve anche per sedere al Sacerdote quando canta la Messa
in detto altare, e di più due scranne che portarono dentro non da lungo tempo
la famiglia Ottone e Notaio Carlo Zoia ,finora non produssero
questioni nè impedimenti alle Sacre Funzioni.
Ha il Coro di dodici
Brazza incirca di lunghezza e larghezza in quadro .
La sacristia
di antica Costruzione è decente con capaci , e di versi
armari per custodire gli arredi,vi è l'immagine del Crocifisso
e altre Sacre Immagini, le tabelle coi genuflessori per la
preparazione alla Santa Messa colle tabelle dei Legati e Benefizzi.
n.4 Sette sono gli
altari in questa Chiesa esistenti.
L'altare maggiore di
marmo dedicato a San Giorgio con un bellissimo quadro nel muro
di prospetto nel Coro opera del celebre Lanini. Nella navata in cornu
aepistolae in prospetto vi è l'altare in legno con
ancona od intagli dedicato all' Immacolata Concezione di Maria
Vergine SS.ma con quadro che la rappresenta, a latere vicino al
detto altare avvi altro altare in marmo dedicato a S. Costanzio
ove sta riposta l'urna di latta argentata , in cui riposa il
corpo di detto martire.
Al di sotto della
portina l'altare in legno con l'ancona di marmo dedicato a Maria
Vergine del SS.m. Rosario con la statua che la rappresenta.
Sul fine
della Chiesa l'altare di marmo detto della Orazione
della Morte dedicato alla deposizione del Corpo SS.mo di
Gesù dalla croce con quadro tale mistero rappresentante.
Nella navata
in cornu evangeli in prospetto l'altare in legno con ancona od
intagli dedicato a Maria Vergine sotto il titolo del
Riscatto con la statua che la rappresenta; a latere vicino a detto
l'altare un preziosissimo Dipinto, che rappresenta
il Presepio , opera del compatriota cellebre Pittore Gaudenzio
Ferrari, ma assai rovinato dal tempo.
Al di sotto
della portina l'altare in marmo dedicato al SS.mo Crocifisso
ed a San Francesco con bellissima effigie
del medesimo, pendente dalla Croce ed ai piedi della Croce la statua di San
Francesco d'Assisi ed avanti un quadro che rappresenta Maria Vergine
Addolorata.
Nessuno di questi
altari ha giuspatronato, ed è consacrato, e tutti hanno la
pietra sacra in buono stato col sepolcrino delle Reliquie
suggellato ed intatto.
Il Santissimo
Sacramento si tiene all'altare maggiore, ed il Tabernacolo è
foderato di seta bianca, l'olio per la lampada si provvede dalla
Fabbriceria.
N.5. Nel Distretto
di questa Parocchia vi sono li seguenti oratori pubblici, e
Cappellette; gli oratori sono amministrati da rispettiva fabbriceria.
Nel Piano di
Valduggia attiguo alla Piazza Comunale in fondo alla medesima avvi
l'oratorio dedicato a San Rocco (4), vi esiste sulla parete
interna a mezzo giorno un preziosissimo Dipinto rappresentante San
Crispino ed altro la Religione opera del prefato immortale
Gaudenzio Ferrari di lunghezza detto oratorio bracce
sei in quadro del reddito annuo di lire venti milanesi incirca.
Nel medesimo
piano vi è altro oratorio dedicato ai Santi Carlo e Cattarina di
lunghezza braccia 25 e tredici di larghezza circa, e dall' annuo
reddito di circa lire 80 milanesi.
In Lebbia
inferiore vi è l'oratorio dedicato a San Martino Vescovo di
lunghezza braccia n. 24 e larghezza nove incirca, dal annuo reddito di
lire 780.
In Lebbia superiore
vi è l'oratorio una volta proprio della famiglia Perone,ora
pubblico dedicato a Maria Vergine sotto il titolo dei dolori di
lunghezza braccia n. 17 e di larghezza dieci incirca. Dell'annuo
reddito di lire 63 incirca con Cappella unita nel cui mezzo sta
seduta su di un sasso la statua di Maria Vergine Addolorata
avente sulle ginocchia il suo Divin Filio morto e colla
statua di Santa Maria Maddalena genuflessa in atto di bacciare il
piede del Divin Redentore, tutto in plastica.
In Crabia inferiore
vi è l'oratorio dedicato a San Defendente martire, di
lunghezza brazza 14 in quadro, dell' annuo reddito di lire 87 circa.
In Cantone vi è
l'Oratorio dedicato a Santi Apostoli Pietro e Paolo, con coro
moderno, ben ordinato, in tutto di lunghezza braccia 25 e di
larghezza, al di sotto delle balaustre, braccia tredici in
circa dell'annuo reddito di lire 330 circa.
A Raschetto vi è
l'oratorio pubblico dedicato al Apostolo San Giacomo Maggiore
di lunghezza braccia quindici, larghezza 8, dell'annuo reddito
di lire trentacinque circa.
In Orbruncio
vi è l'oratorio dedicato al Patrocino di San Giuseppe, di
lunghezza brazza 11, larghezza sette, dell'annuo reddito di lire 5
circa.
I detti
Oratori sono amministrati da una Fabbriceria esistente in ciascheduno di
essi, sono tutti in decente stato.
Eccettuati li
oratori di San Rocco dei Santi Carlo e Cattarina e del Patrocinio di
San Giuseppe, i quali mancano di arredi che vengono
somministrati nel tempo delle Funzioni dalla Chiesa Parrocchiale, li
altri tutti sono provvisti del necessario pel sacro Ministero. Non vanno in rovina. Le funzioni che in
essi si praticano sono le Feste dei rispettivi titolari , e la
Parrocchiale non riceve utile, anzi si può dire piuttosto
danno, mentre per le offerte che in essi si fanno, riescono scarse
quelle che si fanno nelle Funzioni della Parrocchiale.
In questi Oratori
non si conserva il Santissimo Sacramento, eccettuato nei giorni dei
rispettivi titolari ed ottenendosi il dovuto permesso e nel giorno
seguente si consuma .
Innoltre nel
distretto di questa Parocchia esistono le seguenti cappellette
campestri.
A metà strada
da Valduggia a Lebbia vi è la cappelletta dedicata a San
Bernardo da Mentone, di lunghezza braccia 4 per quattro
circa. A metà strada che da Lebbia mette
ad Astabbio, vi esiste la cappelletta dedicata a San
Secondo di larghezza braccia quattro, longhezza tre
circa, di più in vicinanza al fiume Strona attigua alla
antica strada vi è una Cappelletta piccolissima, che
rappresenta la Santa Sindone.
Sulla strada che
mette a Crabia in vicinanza al medesimo membro vi è una
cappelletta dedicata a Sant' Anna di larghezza braccia 4
lunghezza due e mezzo.
In Orlungo esiste
una cappelletta dedicata a San Francesco d'Assisi di lunghezza brazza
sei di larghezza quattro circa.
In Cantone vi
è una cappelletta dedicata alla Immacolata Concezione di Maria
SS.ma di larghezza braccia tre circa.
A metà strada
da Valduggia e Raschettto vi è una cappelletta che si dice
propria della Famiglia Guarneri dedicata a Maria Vergine, a
San Francesco, ed a San Sebastiano di lunghezza braccia
quattro per quattro circa.
Nel luogo di
Raschetto altra cappelletta dedicata a Maria Vergine SS.ma, di
larghezza braccia n. 3 e mezzo per due propria della Famiglia
Rasario.
In Uggia Superiore
vi sono due cappellette, una propria della famiglia Perracchini
dedicate a Maria Vergine SS.ma assai piccola altra, che si dice
propria della famiglia Imbrico dedicata alla Madonna del Buon
Consiglio, di lunghezza braccia due e mezzo e per due circa.
Inoltre vi
sono in parte le cappelle che rappresentano la Via Crucis
al di la del ponte e sulle
strade di Raschetto e Orbruncio. Queste Cappelle si
conservano in discreto stato.
n.6 La casa
Parrocchiale, è da me Arciprete abitata, è in
discreto stato.Ed è composta di cinque stanze al piano
terreno, e di un piccolo casetto con portico e scala sasso, con poco
cortile e piccolo giardino; al dissopra vi sono tre stanze, due
arcovie ed un salone, è mantenuta dalla Chiesa Parocchiale,
non ha servitù.
L'archivio
Parocchiale si trova nella sacrestia, è ben chiuso e
non patisce
umidità , la chiave è presso dell'Arciprete, mancante di
Documenti e pochissime sono le carte che io trovai all'epoca del mio
ingresso in Parocchia, e mancano persino vari Istromenti di
capitali e censi, ed i più non si hanno documenti che
riguardano i diritti dell' Arciprete: quelle poche carte che si
hanno sono ben regolarizzate, e si sono prese le iscrizioni
ipotecarie nei casi richiesti.
Vi esiste parimenti
altro archivio in cui si conservano le scritture di proprietà
esclusiva della veneranda Fabbrica a doppie chiavi una della quale si
conserva dalla fabbriceria e l'altra dall' Arciprete.
n.7 I rispettivi
inventari tanto della Parrocchiale quanto di ciascun degli
Oratori saranno dati a tenor del presente articolo.
n.8 Nella Chiesa
Arcipreturale esistono due confessionari ed altri due mezzi
collocati questi ultimi sui cancelli laterali, ed i primi due posti
in fondo alla Chiesa, tutti in luogo comodo ed in buono stato
con la grata e la tela per confessare le donne e con la tabella dei
casi riservati e per la preparazione ad audiendas
Confessiones, al diffuori con l'immagine del Crocifisso, e nella
Sacrestia un luogo apposito per confessare gli uomini.
n.9 Eccettuato
l'oratorio di San Rocco nella Parrocchiale tutti gli oratori hanno il
campanile o il semi campanile.
Sul campanile della
chiesa parrocchiale vi sono quattro campane, tre furono fuse nel
1769. In quello di San Carlo e Santa Cattarina e di Orbruncio
ve ne esiste una per ciascheduno, per gli altri poi ve ne
esistono due per ciascheduno di essi.
Non vi sono memorie
scritti o documenti che parlino essere state benedette(5). Queste campane si
suonano dai rispettivi custodi, nella parrocchiale e nell'oratorio
di Crabbia si danno i segni dell'Ave Maria, mattina, mezzogiorno ed a
sera con il segno del De profundis.
Nella parrocchiale
si da il segno tutti i venerdì in memoria
della passione di Nostro Signore. Si suona a
martello festivamente e nell'accompagnamento del
viatico tanto nella
parrocchiale da cui si parte, quanto in quella frazione in cui
trovasi l'agonizzante; ed ivi incominciasi il suono quando è
prossimo l'arrivo. Si suona parimenti a
botto per gli agonizzanti quando succede di giorno tanto nella
parrocchiale quanto in quella frazione in cui trovasi
l'agonizzante e succedendo la morte di notte questi segni si danno al mattino
prima del suono dell' Ave Maria.Pel trapasso, quando
la confraternita dei Morti è invitata si suona la campana
maggiore più o meno alla lunga se il funerale è di
apparato o semplice e si chiude con il suono delle altre tre campane
suonate assieme, e questo segno si da anche di sera, se il funerale è
solenne, quando i Dolenti lo vogliono con gli emolumenti di soldi 30
milanesi alla Veneranda Fabbrica. Quando la
confraternita non è invitata od il funerale è gratis
non si suona la campana maggiore ma la terza. Nei funerali di
stola bianca se i Dolenti vogliono si da il segno del trapasso con il
suono festivo a martelletti pagando alla Veneranda Fabbrica
soldi venti di Milano, altrimenti si omette e si suona solo per l'
avviso del funeralino.
I Campanili hanno
l'ingresso dalle Chiese od oratori epperciò non sono chiusi
con apposita chiave, eccetto quello di Maria Vergine Addolorata in
Lebbia superiore la cui chiave è tenuta dal Custode.
Si avverte che la
campana maggiore della parrocchia è mantenuta dal Comune che
ha il diritto di servirsi per i segni della sue congrege.
n.10 Il Cimitero è
in distanza dalla parrocchiale 450 passi e trovasi sul fianco
destro della strada provinciale che mette a Borgosesia nei prati
detti della Rovere alle falde del monte detto Scopeletto, e'
di grandezza braccia 37 per 27. Finora fu
sufficiente a coprire i defunti di questa parrocchia; è ben
chiuso ma non vi sono le prescritte divisione; al mio ingresso in
Parrocchia procurai di ottenerle, ma non mi venne fatto essendo la
cosa troppo confusa, per i piccoli da più anni si
seppelliscono in un Sepolcrino di recente costruzione, vi è
pure una cappella recentemente costrutta ed una croce alta nel mezzo,
è custodito con mondezza, fu benedetto nel 1811 dall'
arciprete Giovanni Imbrico.
Non vi ha uso di
accompagnare i defunti poveri al cimitero.
Nella chiesa
parrocchiale vi esiste la sepoltura dei Parroci. ed i sacerdoti si
seppelliscono in sepolcro costrutto nella detta cappella del
cimitero.
Non vi esistono più
sepolture di Patroni, od aventi diritto di privata sepoltura.
N.11 L'olio degli
infermi si costudisce in un armadio foderato di seta di colore
pavonazzo, che esiste nel coro a latere in cornu evangeli colla
iscrizione sopra oleum infirmorum, entro un vasetto d'argento , con
scatola color pavonazzo. L'olio dei Catecumini, ed Crisma in due
vasetti d'argento con il coperchio l'uno all'altro separato, ed
entro ad una scatola di cuoio si custodiscono nel battistero; le
chiavi tute stanno presso l'Arciprete".
Vi è il
sacrario nella Sacristia a man destra nell'entrarvi, posto nel muro e
va finire sotto terra.
Il Battistero si
trova nella Chiesa Parochiale a mano sinistra nell'entrarvi ed al
lato dell'Evangelio in fondo alla medesima ben chiuso coperto d'un
drappo bianco, e provveduta di tazza d'argento, e di tutti gli
oggetti necessari e decenti nella retta amministrazione del
Battesimo. Il sale in un vasetto di piombo si tiene nell'armario
dell' Arciprete in Sacrestia.
Nelle chiese ed
oratorio di questa Parocchia non vi sono quadri, statue , e pitture
ripugnanti, o rappresentanti oggetto che ripugnano alla scrittura,
alla tradizione al Dogma.
n.12 Nella Chiesa
Parocchiale vi sono le seguenti Reliquie cioè: Omissis
Sono accordate dalla
Santa sede le seguenti Indulgenze:
Alla Confraternita
del SS.mo Sacramento: Indulgenza plenaria perpetua come da
Breve Pontificio del 1606 assai roso dai topi epperciò poco
intelligibile.
Al Consorzio
dell'Orazione della Morte: indulgenza Plenaria perpetua ai
confratelli e consorelle che visiteranno la Chiesa Parrochiale nel
giorno ed ottava della commemorazione Fedeli defunti con altre
come da Bolla delle 4 maggio 1671 aggregata alla confraternita di
Roma.
Al Consorzio
dell'Immacolata Concezione di Maria SS.ma aggregato all'arciconfraternita di Roma con Bolla del 1633: Indulgenza plenaria
perpetua ed altre come da breve del 1603.
Al Consorzio di
Maria Vergine sotto il titolo del Rimedio aggregata all'arciconfraternita di Roma: indulgenza Plenaria ed altre come da Bolla
del 28 Marzo 1660.
Al Consorzio del
SS.mo Rosario: Indulgenza Plenaria ed altre come da Breve Pontificio
delli 23 Novembre 1696.
Di più nell'Oratorio di Cantone dedicato ai Santi Apostoli Pietro e Paolo nel
giorno della loro solennità Indulgenza Plenaria accordata ad septeminum a tutti quelli che visiteranno il detto oratorio con
quelle condizione contenute nel Breve 30 gennaio 1827 e confermate col rescritto del 17 luglio 1839.
Inoltre si è
ottenuto in quest’anno 1846 (6) il Breve per privilegio in
tutti i Lunedi' ed ottava della commemorazione dei Fedeli defunti pel
privilegio .... dell'altare dell'orazione della Morte.
Il Breve per
l'indulgenza Plenaria a lucrarsi in occasione dell'esposizione delle
SS.mo Sacramento per le Quarantore
Il Breve per
l'indulgenza plenaria da lucrarsi nel giorno di San Giacomo Apostolo
da tutti quelli che visiteranno l'oratorio di Raschetto a detto Santo
dedicato. Questo privilegio ed
Indulgenze sono ad septemmium.
n.13 Nella Chiesa
Parrocchiale come negli oratori esiste una rispettiva Fabbriceria
come già si è detto istituita come credesi ab origine
della Parocchiale ed Oratori. I rispettivi Fabbriceri si eleggono
dietro i seguenti regolamenti di antica consuetudine.
Si forma un ruolo di
persone probe e possidenti e su di questi si vota dai Capi di Casa
con voti segreti che si danno all' arciprete,ed i soggetti su cui
cadono maggiori voti restano eletti Fabbricieri in numero
di due, tre, quattro, secondo la qualità della Fabbriceria,
essendovi attualmente quattro Fabbricieri nella parrocchiale e due
negli oratori , oltre il Parroco , ed il primo di essi resta anche
tesoriere.Questi regolamenti finora furono osservati senza
alterazione. Le attuali Fabbricerie, meno quelle del Venerando
oratorio dei Santi Carlo e Cattarina in Uggia ed Venerando Oratorio
di Orbruncio ,furono da me Arciprete formalmente rinnovate a tenore
dei sopradetti Regolamenti.Il Comune non ha parte. I Conti si danno a
richiesta dell' Arciprete.Attualmente quanto all' Arciprete pare che
tutto si operi con regolarità e maggior vantaggio della
Chiese.Ai beni della Parrocchiale sono annessi i seguenti pesi, la
manutenzione della Chiesa e Casa parrocchiale , lo stipendio
dell'organista quello dei Custodi,
il Sacrestano. Lo stipendio di lire 200 di Milano al Sig. Cappellano
, come si è detto con peso della celebrazione di Messe n.79
compresa la Festiva in carico dei Legati alla Veneranda Fabbrica
inerenti.
La limosina delle
Messe che nei lunedì celebra in canto con ufficio ed esequie,
l 'arciprete all' altare dell'Orazione della Morte.
La limosina della
messe dei Legati ad essa Chiesa spettanti che si adempiono dall'
arciprete.La Limosina per fonzioni dell'ottava dei morti ; le spese
per le fonzioni solenni di San Giorgio,eccettuate quelle del
Panegirico , gravitano sull'arciprete come già si è
detto però nella sola festa di S. Giorgio.
Per le funzioni di San Costanzio e della Beata Vergine Addolorata, la
spesa per seppelire i cadaveri e per le riparazioni delle Cappelle
della via crucis.Non calcolate le spese della manutenzione e delle
riparazioni , le rimanenti sopra indicate ascendono
aprossimativamente in ogni anno a lire 900 di Milano le quali pesi
sono adempiuti.
Oltre al beneficio
parrocchiale esistono altri cinque benefici in questa
Parrocchia.
-Il beneficio
Imbrico sotto il titolo della Immacolata; Concezione,eretto presso
l'altare della Beata Vergine Maria esistente in questa Chiesa
arcipreturale il cui beneficiario è Don
Comoli Francesco, parroco di
Boleto, reddito annuo franchi 259.
Ai beni del
Venerando oratorio di Maria Vergine SS.ma sotto il titolo dei Dolori in
Lebbia superiore oltre ai pesi di sua manutenzione è
annesso obbligo della celebrazione di messe n.2, una da celebrarsi in
canto nella Domenica terza di Settembre colla limosina di franche
tre per il legato del Fu Carlo Bocciolone e, l'altra nel giorno
anniversario della morte del fu Ignazio Cazzamis colla limosina
consueta di più le spese per la celebrazione della Festa
di Maria nei Venerdì di Passione. Nel Venerando
oratorio di San Martino Vescovo di Lebbia inferiore vi sono annessi i
pesi della scuola della cellebrazione di messe n. 213 oltre
quelle ad ratam del legato Peretti. Le spese della
cellebrazione della festa del titolare e lo stipendio del
Custode: nell' epoca in cui non fuvvi Cappellano per un anno circa le Messe
non furono nel loro total numero adeimpiute.
Ai Beni del
Venerando Oratorio dei Santi Apostoli Pietro e Paolo in Cantone vi sono
annessi i pesi della cellebrazione di Messe numero cento sette
così ridotte dalla felice memoria del Cardinale Morozzo a di
due in canto nei giorni di San Pietro e di San Antonio da
Padova oltre lo stipendio del custode. Pesi adempiuti.
Ai beni del
venerando Oratorio dei Santi Carlo e Cattarina non vi è annesso
altro peso se non quelle della cellebrazione della Festa dei rispettivi
titolari e dello stipendio del custode: così parimenti ai beni
del venerando Oratorio di Orbruncio e di quello di san Rocco nel
piano di Valduggia. AI beni del
Venerardo Oratorio di San Defendente di Crabbia inferiore sono
annessi i pesi della Cellebrazione di messe numero sei oltre quelli
della festa del titolare e dello stipendio del Custode. Pesi
adempiuti.
Ai beni del
Venerando Oratorio di Raschetto non vi è annesso altro peso se
non quelle dela celebrazione della Festa del titolare e del custode ;
vi esistono per eretti in questo oratorio tre legati di messe ad
ratam redditus.
Legato Bonini
dell'annuo reddito di Lire 9 Milanesi circa.
Legato Rasario detto
resto ad Ratam di annuo reddito lire 30.
Legato Zoletti ad
ratam annuo reddito L.90. Pesi adempiuti.
Si avverte che nelle
Fuzioni dei rispettivi titolari dei
sopradetti Venerandi Oratori all'arciprete fonzionante si
contribuiscono lire tre e soldi sei di Milano (lire 3,6) con canto
della messa, Vesperi e Benedizione col SS.mo Sacramento e quanto
quest'ultima non s'impartisce si diminuiscono soldi venti dalla
suddetta limosina.
Avvi una lite
vertente nel tribunale di Borgosesia contro Giovanni Battista
Gabbioli mossa dalla Fabbriceria della Parochiale per ottenne il
pagamento di alcuni interessi di certi capitali esistenti presso il
detto Gabbioli che si rifiuta al pagamento.
Non si sa che alcuno
abbia usurpato cosa di proprietà ecclesiastica eccetto che
eredi del Canonico Nicolao Vigorè ritennero alcuni documenti
al legato Vigorè spettanti sotto il pretesto di non rinvenirli
e con promessa di rimetterli appena ritrovati e colla soddisfazione
di quanto essi documenti impongono.
Si fecero varie
private istanze per questo oggetto nulla finora si potè
ottenere.
n.14 Oltre il
Beneficio Arcipreturale cinque sono i Benefici in questa parrocchia
eretti.
1. Il Beneficio
Imbrico sotto il titolo dell'Immacolata Concezione eretto all' altare
della medesima in questa Chiesa arcipreturale esistente, come
istromento di Fondazione quindici marzo 1668, rogato Giuliani
Evangelista, passato al Demanio in virtù della legge 1833
art. 22.... posseduto dal Sacerdote Don Francesco Comoli attuale
paroco di Boleto dell'annuo reddito di franchi duecentocinquantasette
circa con messe n. quattro in ogni settimana , mi si dice adempiuto
facendo il beneficato cellebrare altrove le Messe, munito, come dice
dell'opportuna facoltà.
2. Il
beneficio Gentile sotto il titolo della Immacolata Concezione eretto
pure al sopradetto altare come da testamento del fu Pietro Alfonso
Gentile rogato Giovanni Battista Terlotti li 24 marzo 1726, posseduto
dal Signor Sacerdote Don Giovanni Battista Rivarolio d'anno reddito
di franchi cento venticinque con numero tre messe
alla settimana . Adempiuto annualmente.
3. Il Beneficio
Bonini sotto il titolo di San Francesco, eretto nell'altare del Santissimo Crocifisso di questa Chiesa esistente, come da
testamento del fu Francesco Bonini rogato Terlotti 26 maggio 1698
posseduto dal Chierico Francesco Bonini d'Arva , d'annuo reddito di
franchi duecento ottanta conl'obbligo di messe numero quattro per
ogni settimana.
Il
beneficiato causa studiorum ottenne la riduzione di queste Messe ad
una durante il suo chiericato.
4. Il Beneficio
Buzzi sotto i titoli dei santi apostoli Pietro e Paolo,eretto nell'
oratorio di Cantone come da testamento di Giorgio Buzzi rogato
Calderino primo gennaio 1767 posseduto dal Sacerdote Don Costanzio
Bocciolone attuale parroco di Foresto d'annuo reddito di franchi
duecento quindici con obbligo di messe due ebdomadarie e di far
scuola ai figlioletti di esso luogo, mi si dice adempiuto.
5. Il Beneficio
Mazza sotto il titolo dei Santi Apostoli Pietro e Paolo eretto nel
suddetto oratorio di Cantone come da istromento di erezione rogato
nella Curia Vescovile tre giugno 1726 posseduto dal chierico Giovanni
Battista Fontana, sotto l'economato di Giuseppe Mazza ,d'annuo
reddito di franchi cento dodici con l'obbligo di tante messe alla
rata colla limosina di lire una vecchia di Piemonte. Il beneficiato
ottenne dalla Santa sede la riduzione delle dette messe ad una
mensile con facoltà di appropriare a se stesso il rimanente
provento del benefizio per anni sette .Vari sono i Legati Pii
d'obblighi di messe già descritti nell'inventario ove si vede
da chi lasciati, chi sia tenuto ad adempierli e parte già
descritti in questa relazione.
Oltre i descritti vi
sono i seguenti:
1 Il legato Vigorè
di messe numero tre alla settimana con altre numero cinquanta per
dote di questo legato vi è la Fabbrica di Carta con un prato
alla Rovere, ed una piccola selva, tutto questo nel
territorio di Valduggia affittato per Franchi annui 271. Amministrato questo
legato dal Priore della confraternita dell'orazione della
morte; di più per dote di questo Legato vi è un livello
di Zecchini dodici annui su certi beni in Buffalora, livello che si paga
dal Conte Giulini di Milano.
2 Un legato di
lire 100 annue di Milano di dote alle Figlie di Cantone e sui
membri in occasione del loro matrimonio , lasciato dal fu Sig.
Pietro Mazza d'Allera con sul testamento del 17 agosto 1799 rogato
Gerolamo Ottone, quale legato ora si adempie dai Signori
Orlandini di Barquedo quali eredi del sudetto pio legato , con
aggiunta di Lire 8 di Milano all' arciprete locale , amministratore
del detto Legato coll' obbligo al medesimo di una messa incanto con
uffizio ed esequie per la detta somma di lire otto.
3. Un legato di lire
sei annue di Milano a favore dei Poveri di Lebbia Superiore
lasciato da fu Sig Giovanni Battista Perone già Paroco di
Civiasco con proprio testamento delli 16 ottobre 1726 ricevuto Marco
Antonio Ravelli questo Legato veniva adempiuto dal Venerando
Santuario di Varallo cui fui devoluto l'eredità Perone ora
avendo questo venduti i Beni Perone al Sig. Carelli Francesco questi
è obbligato all'adempimento dei questo Pio Legato come alli
istromenti 24 Luglio 1844 e 23 settembre detto anno rogati. Da due anni non si
trova adempiuto e non si sa per qual causa.
N.15 I proventi cosi
detti di stola ascendono annualmente approsimativamente a lire 200 di
Milano.
L'onorario per la
Messa cantata è di soldi dieci l'onorario per l'ufficio e
canto la messa senza invito del clero, quando questo è invitato, e vestito il piviale li fanno intorno al cataletto le esequine
allora si aggiungono al suddetto onorario soldi cinque, e quando
l'ufficio fosse a tre notturni altri soldi quindici e quando la messa
cantata cogli apparati altri soldi dieci sempre di Milano.
Nei funerali di
stola bianca se l'arciprete mette la cera che consiste in due candele
intorno al cadaverino, ed nella gestatoria, allora gli emolumenti
dell' arciprete consiste in lire quattro e mezza di Milano non
compreso per l'accompagnamento al Cimitero, e quando i Dolenti
vogliono soministare la cera che deve essere di candele numero tre ,
cioè due al Feretro e questo di once sei , e delle gestatoria
di once nove, allora all' arciprete si danno per onorario soldi
venticinque, ed in questo elemonsime non viene compresa la
celebrazione della Messa quale quando si vuole da Dolenti si deve
somministrare all' arciprete la Limosina come sopra stabilite per la
Messa cantata l'onorario pei funerali così detti di stola nera è
diverso secondo la qualità dei funerali. In tutti li Funerali
l'arciprete ha lo spoglio del feretro. Nel funerale di prima classe
lo spoglio consiste in numero otto candele da oncie nove caduna di
Milano quando cio è,
veste il veluto cogli apparati .Nei funerali di seconda classe bensì
cogli apparati ma senza veluto lo spoglio consiste in numero sei
candele da oncie nove.
Nei funerali di
terza classe lo spoglio consiste in candele numero quattro da oncie
nove.In tutti questi Funerali si somministra all' arciprete sempre la
gestatoria di oncie dodici da Milano e l'emolumento è sempre
il medesimo cioè di soldi cinquantatrè sempre intesa
in questo emolumenti l'applicazione delle messa: quando però
il defunto è capo di Casa si aggiungono al predetto onorario
soldi venti di Milano quanto però l'uffizio è dui tre
notturni allora si aggiungono come già si è detto soldi
quindici.
Questo però
si intende quando i Dolenti mettono la Cera nuova e quando non
vogliono somministrarla in strada, il che è ristretto
unicamente ai Funerali di terza Classe quando cioè non ci sono
gli apparati , in questo caso l'onorario dell' arciprete consiste in
lire otto di Milano e quando il defunto è capo di casa in lire
nove di Milano con l'obbligo all'arciprete dell'applicazione della
Messa e di somministrare numero quattro candele al feretro e la
gestatoria, candele che poi restano sempre dell'arciprete.
Atteso l'aumento
della tassa dell' elemosina per le messi si aggiunge al suddetto
onorario il dovuto corrispettivo.
Quando i funerali si
fanno gratuiti resta a carico dell' arciprete mettere tre candele,
due intorno al feretro e la gestatoria e questo tanto nei funerali di
sola nera come di stola bianca.
L'emolumento per
l'accompagnamento del cadavere nel cimitero è di soldi dieci
di Milano e questo non è compreso negli emolumenti sopra
enonciati.
L'emolumento pei
matrimoni è di lire quattro e soldi dieciotto di Milano
attualmente compresa l'applicazione della Messa e questo quando la
sposa non esce dalla Parocchia e partendo dalla parocchia la sposa è
di lire 12 e soldi otti , di più in questo caso si devono
soldi trenta pagabili dagli sposa alla Chiesa arcipreturale.
Per i battesimi è
di soldi quarantacinque Milanesi gli emolumenti ,trenta si pagano da
padre , salvo che questi voglia dare invece dei soldi quindici un
fazzoletto, qual fazzoletto pure si fa dalle spose nell'epoca dei
loro matrimoni.
Per le
benedizioni alle donne dopo il parto l'emolumento ove sei.
Per l'estrazione dei
libri parrocchiali soldi trenta di Milano.
Per tridui
l'elemosina è in ragione della Messa in canto cioè di
soldi dieci sopra l'elemosina sinodale e di altre soldi dieci quando
cogli apparati e si aggiungono soldi venti quando si da la
benedizione col Santissimo Sacramento.
La novena del SS.mo
Natale è gratuita . Altre sacre funzioni sono tutte a norma
della precedente regola ossia tassa dei sovra specificati emolumenti.
Protesta l'arciprete
attuale che tutto questo attinse puramente dalla consuetudine non
essendovi documenti al riguardo.
Sette sono le
questue che si fanno in questa parrochia due dall' arciprete .La
prima nella benedizione delle case nel tempo pasquale, l'altra per
la coletta del vino in vendemmia.
Ritrovo negli
antichi inventari che questa colleta produceva a favore dell'arciprete brente di vino numero (lacuna) e d'ora non produce che
brente cinque circa.In questo è da avvertisi che questa
coletta si pratica in tutti i membri componenti di questa Parocchia,
eccettuato il piano di Valduggia, ed Uggia, ed io non so per quale
ragione questi luoghi siano eccettauti.
Dicesi per
tradizione, che per essere gli abitanti di questi membri esentati da
questa prestazione assegnarono agli arcipreti pro tempre il campo a
Roncaglio, ora appellato il campo del cimitero. Cosa falsissima,
ed osservazione senza fondamento mentre il detto campo si è
provveduto dall'assegno fatto all'arciprete di Valdugia dai
terrieri della parocchia di Santa Maria di Invozio a titolo
di Prebenda in occasione della loro separazione da questa parrocchia
come da autentici rispettivi titoli primo dei quali in data 12
settembre 1696. L'arciprete attuale non sa attribuire la cosa, se
non a questo, che siccome vige tuttora il costume nel piano d'Invozio
di portare al Paroco di esso luogho un secchio di vino, senza che il
Parroco si arrechi nelle rispettive case per riceverlo bisogna
credere che anche il Piano di Valdugia ed Uggia praticassero
anticamente cosa e che poi a poco a poco per volta si dispensarono
gli abitanti di questi luoghi da
questa annua prestazione. Sembra all'Arciprete cosa ingiusta mentre
i Signori di Valduggia posseggono i loro vigneti in gran parte nel
membri che corrispondono al Parroco il vino e perché questi
Signori abitano al piano debbono per questa sola circostanza essere
eccettuati?
Già la cosa è
ab immemorabili e non vi sono documenti con cui poter richiamare in
vigore tale cosa; questa coletta l'arciprete l'eseguisce unitamente
ai Custodi.
Questa colleta si
crede cedere in corrispettivo ai Custodi pel suono delle campane all'
epoca dei temporali ed all' arciprete per le benedizione e preci che
seguisce nella chiesa in tali circostanze.
Altra si pratica
dalla Fabbriceria della Chiesa arcipreturarale per la Colletta della
primizie cereali. Due si eseguiscono dalla confraternita del SS.mo
Sacramento per la cellebrazione degli uffizi, Messe con l'intervento
del Molto Reverendo Clero nei Venerdì di
Marzo della solennità dell SS.mo Corpo del Signore.
Una dal Priore della
confraternita dell'Orazione della morte in occasione dell'uffizio
Generale. Altra dalla Priora della dottrina cristiana, e questo
consiste in poco filo. Il prodotto di queste questue, eseguito dai
rispettivi amministratori, prodotto che consiste in poco viene
registrato ai libri di loro agenzia visibili a chi di ragione.
n. 16 Le funzioni in
questa Parrochia sono le seguenti
In tutte le sere dei
sabati l'arciprete vestito di cotta e stola canta all'altare di M.
Vergine del SS.mo Rosario le litanie ed altre preci, benedicendo
infine il popolo colla mano.
Nelle vigilie
parimenti di ogni solennità, indossato il Pluviale canta all'altare maggiore il Capitolo, Inno dei primi vespri col Magnificat (incensando l'altare) ed altre orazioni relative alla solennità
;in tutti li Venerdì di marzo alla messa un ora prima di notte
l'arciprete fa nella Parrocchiale la via Crucis e comparte infine la
benedizione col Santissimo Sacramento.
Nel venerdi' Santo
l'arciprete preceduto dal Priore che porta la croce nuda , si avvia,
accompagnato da parte del popolo a fare la Via Crucis nelle cappelle
esistenti sulle strade di Raschetto ed Orbruncio e compiuta la via
crucis ritorna nella parrocchiale, ove all' altare del santissimo
Crocifisso compie la funzione colla orazione Respice.
In tutte le
domeniche incominciando dalle Festa dell' Invenzione di Santa Croce,
fino a quella dell' esaltazione si recita dopo la messa parrocchiale
il passio e per questa recita l'arciprete ha per onorario il canone
del Comune come da Inventario.
Nel giorno due di
febbraio Purificazione di Maria Vergine Santissima si benediscono le
candele juxsta praescriptum e si distribuiscono ai confratelli ed al
clero, queste candele si somministrano dalla confraternita dell S.mo
sacramento ed una pure ne riceve l'arciprete e questa di mezza libbra
circa.
Alla sera dopo i
Vespreri per comodo dei terrieri che si trovano nei membri esterni al
borgo si benedisce la gola e cosa parimenti si benedisce alla mattina
seguente : le candele per queste funzioni della benedizione si
somministrano dalla confraternita dell SS.mo Sacramento e cedono dopo
l'uso alla Fabbrica parocchiale.
In tutte le
principali solennità ed in tutte le terze domeniche si
canta la messa cogli apparati e si fa la processione alla sera col
santissimo Sacramento.
Nella prima domenica
d'ogni mese alla sera dopo i Vespreri si fa la processione del
Santissimo Rosario così pure nella seconda d'ogni mese quella
in onore di Maria V. del Riscatto. Nei primi tre giorni di maggio si
fa un sacro triduo solenne colla benedizione del S.mo Sacramento
previo il canto delle litanie dei Santi a spese della confraternita
del Santissimo Sacramento ed in tutte le sere di
questo mese dietro invito ed esortazione di S. E. Mons Vescovo si
praticano le funzioni in onore di Maria V. Santissima del SS.mo
Rosario, lettura delle rispettive meditazioni canto delle litanie di
Maria Vergine e benedizione al popolo colla mano. Si celebra la festa
del titolare di S. Giorgio M. colle già sovradetto solennità
, quella di San Costanzio nella prima domenica di Luglio con orazione
panigirica a carico della Veneranda Fabbrica come pure quella di
Maria V. SS.ma sotto il titolo dei dolori nella terza domenica di
settembre e questa è preceduta da un settenario lasciato dal
fu Sig. Dottor Frigo Alfonso Imbrico ; che consiste nel canto della
messa, recita corona di Maria V, Addolorata, Canto dello stabat mater
all' altare del SS.mo Crocifisso e benedizione all'altare maggiore
con SS.mo Sacramento e tutto questo di buon mattino per tutti i sette
giorni.
Di più si
celebra in onore della purità di Maria Vergine SS.ma nella
domenica terza di ottobre una festa solenne a carico delle Giovani
Figlie di questa Parocchia , con musica vocale , ed istromentale ed
orazione panigirica. Questa Festa fu
introdotta nell 1823 e siccome tale festa è di vantaggio alla
Parocchiale ritenendo per se tutto il provento dell'offerta se manca
nell'annua oblazione delle figlie che pagano in denaro non meno di
soldi sedici milanesi caduna, oltre l'offerta di sopra per sostenere
le spese della Funzione vi suplisce essa parrochiale . In tutti li
giorni dell' ottava del corpus domini si canta la messa e si da la
benedizione col SS.mo Sacramento a spesa
della confraternita del Santissimo Sacramento.
Nell'ottava della
Commemorazione dei fedeli defunti in tutte le mattine all'altare
della orazione della morte si canta la messa e poscia , esposto il
venerabile si recita la terza parte del Rosario e si da la
Benedizione col santissimo Sacramento a spese della veneranda
Fabbriceria parrocchiale cui furono rimessi sotto il ... R. I.
Governo i beni della confraternita dell' Orazione della Morte come
già detto.
Nel giorno della
solennità di tutti i Santi, canti i vesperi della solennità
ed i vesperi mortuari e l'arciprete indossato il pluviale nero si
porta all' altare della orazione della morte per l'incensazione al
magnificat poscia cantato in coro colle preci l'orazione Deus omnium
fidelium Pastor depositis mortibus da la benedizione col santissimo
Sacramento quindi di nuovo fa le solenni espiazioni al catafalco
eretto e quindi voltosi al sepolcro delli furono sacerdoti , cantato
il qui Lazarum colla orazione propria dei Sacerdoti recita quelle
preci per i particolari fedeli come viene incaricato dalla pietà
dei devoti e queste finite portasi col clero in giro nella chiesa
replicando le espiazioni sui sepolcri in essa esistenti, poscia
intonato il salmo miserere , si esce dalla Chiesa Processionalmente
al di fuori di essa si va all' ossario, ove replicate le espiazioni
si chiude la funzione ; tutto questo viene replicato la mattina
seguente dopo il canto del mattutino mortuario della messa solenne.
Quando la Festa dei
Dolori di Maria SS.ma cade in un venerdì di aprile, allora
alla sera si fa la via Crucis e si da la benedizione col Santissimo
Sacramento come nei venerdì di marzo per lascito DelSignore.
Oltre dai sopradetti
enumerati giorni la benedizione col Santissimo Sacramento si da in
tutti i giorni festivi nelle feste sopraespresse, ed alcune volte per
legato o per richiesta dei Devoti o per altre cause pubbliche ma ben
di raro, ed in tutte le sere per la novena del SS.mo Natale.
Oltre a detta novena
se ne fanno altre per le principali Feste di Maria Vergine
Santissima, ma in modo quasi privato cantandosi il Capitolo e l'inno
coll'orazione relativa alla Festa di Maria Vergine Santissima appena
recitato il Rosario , il quale ha luogo in ogni sera e questo si
recita da qualcuno del clero o dal Sacristano.
Nella Domenica delle
Palme si benedicono i rami d'oliva.
In quei giorni nei
quali cadono le feste dei Santi è dedicato altare in questa
Chiesa la funzioni si eseguiscono nelle rispettive cappelle, salvo la
Benedizione col Santissimo Sacramento che si comparte dall' altare
maggiore e nel giorno di San Gregorio Magno si suole all' Arciprete
ed agli apparati attribuire la limosina in ragione ,come si è
detto di sopra, e così parimenti in tutte le feste dei
titolari dei rispettivi oratori e la limosina tanto della Messa
solenne e Benedizione col SS.mo Sacramento consiste in lire tre e
soldi otto di Milano.
Il SS.mo viatico si
porta agli infermi coll' ombrello e talvolta nel piano di Valduggia
col baldacchino e sempre coi Fanali accesi oltre altre candele
somministrate dalla confraternita del SS.mo Sacramento.
La spiegazione del
Vangelo si fa dopo il canto del medesimo nella messa cantata pro
populo.
La dottrina
cristiana ai Fanciulli ed al popolo prima dei Vesperi.
Ai fanciulli si fa
dal clero, o dai Maestri e dalle Maestre deputate si fa alle
Fanciulle. In tutta la Quaresima poi in ogni giorno l' Arciprete con
alcuni del clero insegna ai fanciulli e fanciulle la Dottrina
cristiana .
Al popolo si fa
dall'arciprete prima a basso famigliarmente e poscia dal pulpito. La
spiegazione del Vangelo è in arbitrio dell' arciprete di farla
dal Pulpito o dall' altare non si fanno predicazioni straordinarie
.Non vi è quaresimale attualmente anticamente vi esisteva, et
quidem quotidiano, non si sa bene in che modo fosse contribuito al
Predicatore l'onorario.
Sarebbe bene il
poterlo richiamare in vigore essendo questa la Chiesa matrice della
Vallea.
Si fanno le
quarant'ore che incominciano nella Domenica delle Palme , ed hanno
fine nel martedì seguente, si eseguiscono secondo il
prescritto Sinodale, si hanno due discorsi analoghi al Sacramento,
uno alla sera della Domenica dopo i Vesperi l'altro alla sera del
martedì prima della deposizione, il tutto è carico
della Confraternita del Santissimo Sacramento .
Altra esposizione
del Santissimo si fa nel giorni della commemorazione dei Fedeli
defunti all' altare della Orazione della Morte ed ha in principio nel
mezzodì e fino alla sera di detto giorno e questo è a
carico della Veneranda Fabbrica attuale posseditrice dei beni e
proventi della Confraternita dell' orazione della morte come già
si è detto.
L'orario per le
sacre funzioni alla mattina d'inverno per messa parrochiale è
alle ore undici ed all' estate alle ore dieci e mezzo, per le
fonzioni serottine alle due e mezzo all' estate alle ore quattro.
Oltre alle sopra già
descritte processioni vi sono le seguenti:
In un venerdì
dopo i tre primi giorni di maggio in sequela al triduo solito a farsi
in detti giorni si fa alla mattina una processione al Venerando
oratorio di Lebbia superiore dedicato a Maria Vergine addolorata
dandosi all' arciprete la limosina per la messa che ivi canta.
Nel giorno del
Giovedì Santo per antica consuetudine, portato perfino
dall'istromento di divisione tra questa Parocchia e quella viciniore
di Santa Maria alla sera si va processionalente per la visita del
Santo Sepolcro alla Chiesa Parrocchiale di detta Santa Maria ed il
popolo di questa chiesa si porta nella medesima ora alla visita del
santo sepolcro in questa Chiesa arcipreturale ed in questa Funzione
piissima non succede alcun disordine, il tutto operandosi a concerto.
Altra processione si
pratica nella Feria seconda di Pentecoste , e si va all' antichissimo
oratorio dedicato a San Gaudenzio eretto alla Bettole membro della
Parocchia di Borgosesia, ove cantata la messa e fatte le esequie
solenni si retrocede con tributo anche per questa la limosina
all'arciprete per la messa che ivi canta ,
sempre sulla tassa di cui si è già parlato. Parimenti in
questa Processione non succede alcun disordine, essendovi sempre
l'assenza del Sig. Prevosto di detto Borgo. Non si conosce quando
questa Processione ebbe origine essendo immemoriale e creduta
istituita per voto.
Non si parla delle
Processioni delle Rogazioni , e di quelle del giorno di Santa Croce
per l'affisioni delle croci benedette solite a praticarsi, come credo
in tutte le Parocchie.
n.17 Non vi sono
conventi, monasteri,nè esistenti, nè soppressi in
questa Parocchia.
%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%
Note
(1)
La relazione non indica l’anno in cui fu stilata. E’annotata
l’età del Sacerdote che è di 43 anni. Sapendo che
lo stesso è morto nel 1858 all’ età di 56
anni,come risulta dall’atto di morte,se ne deduce che la
relazione venne stilata nel 1845 anche se come risulta dalla nota n.
6 la medesima venne terminata nel 1846.
(2) la data non è
esatta. La bolla è del 11 aprile 1633.
(3)Il documento
citato è custodito nell'
archivio parrocchiale. Trattasi di una memoria giudiziale
rivolta al tribunale metropolitano di Milano in merito alla
separazione della Chiesa di Santa Maria e reca il seguente
titolo"Ill.mi et Rev.mae Congregationi Archiep.Curiae
Mediolani.- Proponuntur ea quae erruntur ex facto et in iure
pro ad M.Rev.Parroco et Hominibus Ecclesiae Sancti Georgi
Vallis Utiae.- Contra alios Ecclesiae SS.Mariae et
Petri Martyris.- Occasione smembratione nuperimme secuta." si
legge infatti che la Chiesa di S.Maria fu edificata"stante situs
parvivate praedictae Ecclesiae S.Georgi,cuius principium in
antiquitatis monumentis iacet consepultum."
(4) Sul libro mastro
di detto oratorio è annotato che nel 1793 " essendo
l'oratorio mal ridotto fu restaurato da diversi devoti
abitanti in
questa piazza e resolo atto al Sacrificio
della
S.Messa come dicesi
che praticavasi per il comodo dei detenuti in queste carceri nei
di festivi e per averlo protettore ( S.Rocco ) presso l'Altissimo
per l'allontanamento dei mali infetti nei Cri_
(5)Su di una copia
della presente relazione vi e riportata la seguente notizia non più
riportata sull'originale.“La campana maggiore di Raschetto non
è stata benedetta essendo recente”.
(6) La data è
significativa; evidenza infatti che la presente relazione venne
iniziata nel 1845, ma come si vede dall’ appunto, per la
dovizia e la complessità delle notizie, venne completata solo
nel 1846.
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